◆ Negli Stati Uniti la costruzione degli impianti eolici è spesso ostacolata dalle comunità locali. Secondo l’emittente radiofonica pubblica Npr, a volte l’ostilità verso le pale è alimentata dalla cattiva informazione. È il caso, per esempio, della pagina Facebook creata nel 2016 da Jeremy Kitson, un insegnante dell’Ohio, che ha coinvolto più di settecento persone. Kitson, insieme ad alcuni vicini, si è attivato contro la costruzione di un impianto eolico a meno di due chilometri da casa, sostenendo che il rumore delle pale avrebbe reso la vita impossibile a tutti. Il gruppo ha diffuso alcune informazioni corrette, ma anche molte false. Un utente, per esempio, parlava di malformazioni nei cavalli causate dal rumore delle pale, mentre un altro denunciava gli effetti nocivi di presunti infrasuoni a bassa frequenza. Altri ancora lanciavano l’allarme per il possibile crollo delle pale, un’ipotesi che il dipartimento dell’energia definisce estremamente improbabile, o sostenevano che l’energia eolica fosse ininfluente nella lotta alla crisi climatica. Anche sulla riduzione del valore delle case non c’è accordo. Secondo Ben Hoen, del Lawrence Berkeley national laboratory, l’impatto è minimo, mentre altri lo stimano tra il 20 e il 40 per cento.
A volte queste voci finiscono per condizionare gli amministratori locali, dai quali dipende il via libera agli impianti. È così che preoccupazioni spesso infondate ostacolano l’indispensabile transizione verso le fonti rinnovabili.
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Questo articolo è uscito sul numero 1455 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati