I concerti con gli artisti virtuali hanno sempre catturato l’attenzione del pubblico. L’apparizione postuma di Tupac Shakur al Coachella in California nel 2012 è considerata a suo modo storica. Nel maggio 2022 il pubblico si è radunato a Londra per godersi la versione digitale degli Abba nell’evento Abba voyage. Negli ultimi due mesi si è cominciato a parlare dell’Elvis evolution, il cui debutto è previsto per novembre nella capitale britannica. L’Elvis evolution userà le più recenti tecnologie di intelligenza artificiale e apprendimento automatico per rianimare il defunto re del rock’n’roll. Ma questo spettacolo – così come altre produzioni teatrali cosiddette “olografiche” con celebrità musicali morte o assenti – fa uso anche di soluzioni antiche, incluso un trucco magico che ha quasi duecento anni. Per essere precisi, però, nessuno di questi performer virtuali è un ologramma. E allora cos’è? Andrew McGuinness è l’amministratore delegato della Layered Reality, l’azienda dietro alla Elvis evolution. Secondo lui la tecnologia per riportare Elvis sul palco è suddivisa in due parti. L’intelligenza artificiale ha creato un modello basato sull’analisi di centinaia di ore di riprese video, foto e musica. A questo si aggiunge il fantasma di Pepper, una tecnica illusoria adottata a partire dall’ottocento in teatro, nelle case degli orrori e in vari trucchi magici che utilizza una lastra di vetro, plexiglas o altri film plastici unita a varie tecniche d’illuminazione.
Chloe Veltman, Npr

Elvis Presley (Corbis/Getty)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1556 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati