Riprende il viaggio in Giappone di Wim Wenders, sulle orme di Yasujirō Ozu. Wenders segue il quotidiano di Hirayama, impiegato comunale che pulisce i bagni pubblici di un quartiere di Tokyo. L’uomo svolge perfettamente il suo ingrato compito, i suoi gesti diventano una coreografia, restituendogli dignità. La routine di questo poeta dei bagni puliti si trasforma in una somma d’istanti capovolti, tipo zen. Sicuramente qualcuno troverà l’haiku un po’ troppo “carino”. Ma almeno chi ha la giusta predisposizione d’animo dovrà riconoscere a Wenders la capacità di mettere in scena i momenti della vita. Rimane comunque una certa sensazione di déjà-vu (Paterson di Jim Jarmusch?).
Clarisse Fabre, Le Monde
Giappone / Germania 2023, 123’. In sala
Italia 2023, 116’. In sala
In Enea prima che qualcuno chieda al giovane protagonista, bello e splendidamente vestito, cosa faccia per campare passano circa venti minuti, durante i quali è probabile che anche il pubblico si sia fatto la stessa domanda. In realtà ci viene detto quasi subito che Enea, rampollo di una ricca famiglia romana, gestisce un lussuoso ristorante di sushi. Ma cosa fa davvero è una domanda a cui è difficile rispondere in questo ritratto del privilegio e della noia nell’alta borghesia italiana abilmente composto ma un po’ estenuante. L’esordio di Castellitto, I predatori, era una commedia dark che esaminava la disparità sociale nella capitale italiana. Enea ne trae in parte spunto. Per il resto è un po’ a corto d’idee. L’autore ha descritto il suo film come “una storia di genere senza genere”. Concetto che rispecchia il distacco del protagonista da tutte le sfaccettature e le possibilità che gli offre la sua vita favolosamente traballante. Guy Lodge, Variety
Francia / Germania / Giappone / Svizzera 2023, 95’. In sala
Sidonie accetta di andare a Osaka in occasione della riedizione del suo primo libro. All’aeroporto l’accoglie il suo editore. Sidonie sembra volersi godere il tempo libero, mentre l’uomo diventerà la sua ombra per sei giorni che non saranno privi di sorprese per tutti e due. Come Lost in traslation di Sofia Coppola, il terzo film di Élise Girard basa il suo umorismo leggero sulle differenze culturali tra Giappone e occidente. Ma il vero obiettivo di Viaggio in Giappone è compiere un doppio ritratto intimo dei suoi personaggi, entrambi alla ricerca di un modo per ricominciare a vivere, dove anche l’altrove e lo sradicamento hanno un ruolo importante. E Isabelle Huppert riesce sempre a sorprendere.
Olivier Bachelard, Abus de Ciné
Brasile 2021, 120’. In sala
Nato in un quartiere popolare di Bahia ed ex guardia carceraria (mestiere di cui ha parlato nei suoi primi lavori), Aly Muritiba è una figura singolare nel cinema brasiliano di oggi. Deserto particular, senza essere apertamente autobiografico, guarda sicuramente al passato dell’autore. Daniel (Antonio Saboia) è un poliziotto che è stato sospeso per aver pestato un collega e intrattiene una relazione virtuale con Sara (Pedro Fasanaro), che vive in una piccola città nel cuore del deserto. Ignorando i ripetuti rifiuti di lei, Daniel decide d’incontrarla e parte per raggiungere la cittadina dove scopre che Sara è una trans. Nonostante una sceneggiatura abbastanza prevedibile, questo viaggio bello e malinconico nel Brasile profondo riesce ad affrontare con delicatezza molti argomenti legati ai rapporti di genere in un contesto popolare: l’ambiente della polizia da una parte, una piccola e povera città del Nordeste dall’altra. Muritiba filma in modo incisivo lo sconforto dei personaggi obbligati a nascondere il loro orientamento sessuale non solo a chi li circonda ma anche, ed è il caso di Daniel, a loro stessi. Deserto particular sembra volerci dire che questa repressione, e le frustrazioni che porta con sé, sono alla base del suo comportamento violento e dei suoi problemi lavorativi.
Ariel Schweitzer, Cahiers du Cinéma
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