Ad aprile la radiotelevisione pubblica di Hong Kong (Rthk) ha dichiarato di aver cominciato a usare voci generate dall’intelligenza artificiale (ia) per rimediare alla mancanza di personale. Non so quanti sono i giornalisti che hanno lasciato la Rthk, ma alcuni miei amici giornalisti hanno deciso di lasciare addirittura la città per continuare a fare questo lavoro altrove. Altri giornalisti, pur avendo deciso di restare a Hong Kong, hanno cambiato azienda e in alcuni casi anche mestiere. Chi ormai è vicino alla pensione, quindi, è determinato a tenere duro fino alla fine e in mancanza di alternative ha deciso di restare al suo posto.

Tra i neolaureati delle scuole di giornalismo delle università di Hong Kong, però, quasi nessuno vuole fare domanda per essere assunto in quella che fino a poco tempo fa era considerata un’azienda d’informazione di tutto rispetto.

Tra i neolaureati quasi nessuno vuole fare domanda per essere assunto nella radiotelevisione pubblica, che fino a poco tempo fa era considerata un’azienda di tutto rispetto

La Radio television Hong Kong (Rthk) fu fondata dalle autorità britanniche nel 1928, appena sei anni dopo la nascita della Bbc a Londra. Come la Bbc, si basava sui fondi pubblici e aveva un’ampia libertà editoriale. Nei programmi dedicati al dibattito politico come in quelli d’inchiesta, nei telegiornali come nei documentari, la Rthk era libera, critica e puntigliosa. Lavorare nella sua redazione era prestigioso, e lo era anche essere ospitati da uno dei suoi programmi.

In seguito alle proteste per la democrazia del 2019, però, il governo ha deciso che la radio e la televisione pubblica dovevano essere riformate: dato che erano finanziate dallo stato, dovevano fare da grancassa al governo. A farne le spese per primi sono stati i programmi satirici. Poi è toccato a quelli di approfondimento politico.

Successivamente è stata sospesa la storica collaborazione con la Bbc, sostituita con una collaborazione con Cctv, la principale televisione della Cina continentale. Come succede a Pechino, sulla Rthk il governo ha cominciato a censurare alcuni contenuti. A quel punto molti direttori dei programmi hanno deciso di dimettersi, mentre i giornalisti più giovani cercavano una via d’uscita.

La radio, invece, ha cercato di sostituire i giornalisti con l’intelligenza artificiale: oggi Aida, una presentatrice creata dall’ia, ha il compito sia di leggere i bollettini meteorologici sia d’incoraggiare i cittadini di Hong Kong ad andare a votare alle elezioni. Dopo le ultime riforme possono candidarsi solo persone preselezionate dalle autorità e considerate “patriottiche” e questo fa registrare tassi d’affluenza al voto tra i più bassi di sempre. Le notizie sulla salute invece vengono date da Vitamin, un’altra ragazza virtuale.

Non sono solo i giornalisti a scarseggiare. Anche la polizia fa i conti con una grave mancanza di personale, causata dal fatto che, sempre in seguito alle manifestazioni del 2019, poche persone vogliono far parte delle forze dell’ordine. Le proteste, infatti, erano degenerate: a tratti erano stati i manifestanti a diventare violenti, ma nella maggior parte dei casi era stata la polizia. Dato che il governo aveva rifiutato ogni dialogo con i contestatori e aveva trasformato un problema politico in una questione di ordine pubblico, le forze dell’ordine erano diventate l’unico possibile interlocutore dei cittadini.

Nel 2019 la spaccatura tra polizia e società è arrivata a livelli così alti che perfino i familiari degli agenti sono scesi in piazza per chiedere la fine delle violenze: erano stanchi di essere additati come i parenti di chi stava togliendo le libertà a Hong Kong manganellando i giovani. Le forze dell’ordine si sono trovate ad affrontare un enorme problema di mancanza di autostima, che a volte si è tradotto in una tensione ancora maggiore con i manifestanti. Alcuni agenti si sono dimessi.

Nonostante i buoni stipendi e le possibilità di carriera, la polizia si è trovata a corto di personale. Per questo dal 2022 ha cambiato i criteri per le assunzioni: ha eliminato l’obbligo di essere residenti a Hong Kong da sette anni; ha inaugurato una campagna chiamata “Non è mai troppo tardi” per incoraggiare chi ha più di trent’anni a fare domanda; l’età della pensione, inoltre, è stata posticipata a sessant’anni. Infine nel 2023 sono stati aboliti i criteri sull’altezza e il peso delle reclute, ed è stato permesso di arruolare anche chi porta occhiali o lenti a contatto. Poi è stato annunciato che avrebbero potuto fare domanda anche le persone che non avevano superato i test linguistici di cinese e inglese, sostituiti da test scritti interni.

Al momento non si parla della possibilità di arruolare poliziotti generati dall’intelligenza artificiale: quello, per ora, vale solo per i giornalisti. ◆

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1562 di Internazionale, a pagina 40. Compra questo numero | Abbonati