La corte suprema degli Stati Uniti ha respinto un ricorso dell’azienda petrolifera Bp, che chiedeva di riesaminare l’accordo firmato con un gruppo di imprese a cui dovrebbe versare centinaia di migliaia di dollari per i danni economici subiti dopo la catastrofe nel golfo del Messico del 2010.

Secondo l’azienda britannica l’accordo firmato nel 2012 che imponeva risarcimenti per l’esplosione della Deepwater Horizon è stato male interpretato, perché consentiva di ottenere un compenso anche alle imprese che non potevano dimostrare di aver subito danni.

La Bp ha già pagato 2,3 miliardi di dollari per perdite economiche subite da individui e aziende, su un totale di 4,25 miliardi calcolati dalla corte. Secondo stime della Bp la cifra potrebbe raggiungere e superare i 9,7 miliardi di dollari.

Dal calcolo sono escluse le spese per ripagare danni ambientali e penali per cui la Bp ha già messo da parte 43 miliardi di dollari. Reuters

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