- Attorno alle 10,30 ora locale (le 6 in Italia), un gruppo di uomini armati è entrato nella scuola per figli di dipendenti militari e civili dell’esercito pachistano, la Army public school di Peshawar.
- In quel momento si trovavano nell’edificio circa cinquecento ragazzi tra i 10 e i 18 anni. L’istituto fa parte di un sistema di 146 scuole gestito dall’esercito in tutto il paese. Anche se si trova nella zona centrale più controllata della città, la scuola non aveva un sistema di sicurezza efficace.
- Peshawar si trova vicino alla frontiera con l’Afghanistan e negli ultimi anni è stata teatro di numerosi attacchi dei taliban, compresi attentati contro chiese e moschee.
- Il commando è passato di classe in classe aprendo il fuoco contro gli studenti. Nell’attacco, durato circa otto ore, sono morte almeno 130 persone, in gran parte studenti. Si tratta del peggior massacro compiuto dai taliban in Pakistan.
- Un contingente delle forze di sicurezza pachistane è arrivato alla scuola poco dopo l’inizio dell’attacco e ha lanciato un’operazione di salvataggio.
- Alle 18.30 ora locale le autorità hanno dichiarato l’attacco concluso e hanno detto che tutti gli attentatori (tra i sei e i nove a seconda delle fonti) sono stati uccisi.
- L’attentato è stato rivendicato dai taliban pachistani che hanno detto di aver condotto l’attacco “perché il governo sta prendendo di mira le nostre famiglie e le nostre donne”.
- Il riferimento è all’operazione lanciata dall’esercito pachistano contro i taliban nel Waziristan del nord il 15 giugno, che ha fatto perdere terreno al gruppo e ha provocato la morte di circa 1.270 miliziani. L’esercito sta conducendo un’altra operazione militare nell’area tribale Khyber, che si trova vicino a Peshawar, nella quale sono morti 179 taliban.
- Il primo ministro pachistano Nawaz Sharif a Peshawar ha definito l’attacco una tragedia nazionale e ha promesso di sradicare il terrorismo. Sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale.
- L’attentato è stato condannato in tutto il mondo da leader politici, tra cui il premier britannico David Cameron, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il primo ministro indiano Narendra Modi, da Federica Mogherini, Alto rappresentante degli affari esteri dell’Unione europea e dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.
- Malala Yousafzai, la diciassettenne pachistana che quest’anno ha ricevuto il premio Nobel per la pace per il suo impegno a favore della scolarizzazione nel suo paese, ha detto di avere “il cuore spezzato” per l’attacco “atroce e vile”. L’altro premio Nobel 2014, l’indiano Kailash Satyarthi, all’emittente Ndtv si è offerto di essere preso in ostaggio in cambio degli studenti.
The Guardian, Bbc, Dawn.com, Reuters, Al Jazeera
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it