Sergio Mattarella negli anni novanta. (Lapresse)

Sergio Mattarella è nato a Palermo il 23 luglio 1941, dal 2011 è giudice della corte costituzionale. Il padre è stato uno dei fondatori della Democrazia cristiana in Sicilia.

Il fratello, Piersanti, aveva intrapreso la carriera politica fino a diventare governatore della regione Sicilia. Attivo contro la mafia e la corruzione, il 6 gennaio 1980 fu ucciso in un agguato di cosa nostra.

Nel 1983 Sergio Mattarella, avvocato e docente di diritto parlamentare all’università di Palermo, viene eletto deputato con la Dc.

Negli anni ottanta è ministro dei rapporti con il parlamento nei governi di De Mita e Goria. È ministro dell’istruzione durante il sesto governo Andreotti, ma nel 1990 insieme ad altri quattro ministri si dimette dall’incarico per protestare contro l’approvazione della legge Mammì, che favorisce le reti televisive della Fininvest. Quando il governo Andreotti chiede la fiducia, Mattarella dichiara: “Naturalmente voteremo la fiducia, ma questo non significa che non abbiamo fatto bene a dimetterci dal governo” (La Stampa, 27 luglio 1990).

È il relatore della legge Mattarella, poi chiamata “Mattarellum”, che nel 1993 riforma il sistema elettorale introducendo il sistema maggioritario. Il Mattarellum viene sostituito nel 2005 dalla legge Calderoli, nota come “Porcellum”.

Tra il 1992 e il 1994 Mattarella è direttore del quotidiano Il Popolo. Dopo lo scioglimento della Democrazia cristiana è uno dei promotori del Partito popolare italiano.

Nel 1996, anno della vittoria elettorale dell’Ulivo guidato da Romano Prodi, è nominato capogruppo dei popolari alla camera. Finito il governo Prodi ricopre l’incarico di vicepresidente del consiglio nel nuovo governo D’Alema. Nel successivo governo D’Alema è nominato ministro della difesa.

Nel 2001 è eletto deputato nelle liste della Margherita e in seguito riconfermato per la lista dell’Ulivo con un incarico che ha ricoperto fino al 2008.

Il 5 ottobre 2011 il parlamento lo elegge giudice della corte costituzionale.

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