La libertà di stampa nel mondo ha subìto una “regressione brutale” nel 2014, conseguenza dell’azione del gruppo Stato islamico e del gruppo terroristico nigeriano Boko haram. Nei due terzi dei 180 paesi controllati la libertà ha registrato un calo. I dati sono stati pubblicati oggi da Reporters sans frontières.

La Siria è al 177° posto, dopo la Cina (176), prima del Turkmenistan (178), della Corea del Nord (179) e dell’Eritrea che è all’ultimo posto (180).

La libertà di stampa in Italia è peggiorata nel 2014. Il paese è sceso alla 73a posizione tra i 180 paesi monitorati, perdendo 24 posizioni (nel 2014 occupava il 49° posto).

Il calo della libertà registrato è dovuto agli attacchi contro i beni dei giornalisti, in particolare contro le loro automobili. I giornalisti italiani hanno subìto 43 aggressioni fisiche e sono stati segnalati 7 casi di attacchi incendiari nei primi dieci mesi del 2014. Sono aumentati anche i casi di accuse ingiustificate di diffamazione, saliti dagli 84 del 2013 ai 129 dei primi dieci mesi del 2014. La maggior parte di queste cause è stata intentata da personaggi pubblici che sono stati eletti nel paese e ciò costituisce una forma di censura. Reporters sans frontières

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