Uno studente durante una manifestazione a San Cristóbal, nello stato di Táchira, in Venezuela. (George Castellano, Afp)
  • Un ragazzo di 14 anni, Kluivert Roa, è morto durante una protesta a San Cristóbal, nello stato occidentale di Táchira, in Venezuela, al confine con la Colombia. È stato ucciso da un proiettile che lo ha colpito alla testa, durante violenti scontri tra polizia e manifestanti.
  • È stato arrestato un agente per la morte del ragazzo. Il poliziotto Javier Mora Ortiz, 23 anni, ha detto di aver sparato dei proiettili di gomma per disperdere la folla.
  • Il presidente Nicolás Maduro ha condannato l’omicidio dicendo che “se qualsiasi funzionario per qualsiasi ragione commette un crimine, io sono il primo a chiedere che venga arrestato. In Venezuela la repressione armata è proibita”.
  • In Venezuela è vietato l’uso di armi da fuoco durante la manifestazione, ma il 30 gennaio è stato approvato un decreto che consente all’esercito di usare le armi durante le manifestazioni in caso di pericolo per gli agenti.
  • Il governatore dello stato di Miranda, Henrique Capriles, uno dei principali oppositori del governo di Maduro, ha accusato il governo di reprimere nel sangue le proteste.
  • Nelle ultime settimane sono ricominciate le proteste in tutto il paese contro il governo. I motivi delle manifestazioni sono l’alto tasso di criminalità, la carenza di prodotti di base come latte e carta igienica, i frequenti blackout, l’alto tasso d’inflazione provocato anche dal crollo del prezzo del petrolio e la repressione politica dei dissidenti.
  • Le proteste sono state scatenate anche dall’arresto avvenuto il 20 febbraio del sindaco di Caracas Antonio Ledezma, uno dei leader dell’opposizione, accusato di aver organizzato un colpo di stato.
  • Nel febbraio del 2014 lo stato di Táchira, in Venezuela, è stato l’epicentro di un’ondata di proteste contro il governo. Nelle proteste, durate quattro mesi, sono morte 43 persone.

Bbc

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