Dopo giorni di intense trattative, il 2 aprile a Losanna è stato raggiunto un accordo temporaneo sul programma nucleare iraniano. Si tratta di un piano d’azione globale congiunto che spiana la strada a un’intesa definitiva, da raggiungere entro il 30 giugno, in base alla quale l’Iran dovrà sospendere le attività di arricchimento dell’uranio e aprire le porte del paese agli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) in cambio della progressiva cancellazione delle sanzioni internazionali.

L’Iran e i paesi del gruppo 5+1, i membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite più la Germania, non hanno ancora firmato un accordo. I dettagli dell’intesa emersi finora sono stati descritti dai responsabili coinvolti nei negoziati. Ecco quali sono i punti principali.

Centrifughe

L’Iran ha accettato di ridurre di due terzi il numero delle centrifughe attive. Si tratta dei macchinari che servono ad arricchire l’uranio (per costruire la bomba atomica l’uranio dev’essere arricchito al 90 per cento). Teheran manterrà solo 6.104 centrifughe, di cui 5.060 potranno produrre uranio arricchito nell’arco dei prossimi dieci anni. Si tratta di centrifughe di prima generazione, che lavorano più lentamente rispetto ai nuovi modelli.

Teheran inoltre ridurrà da 10mila chili a 300 chili la sua riserva di uranio arricchito e ha accettato di non superare la soglia di arricchimento del 3,67 per cento nei prossimi quindici anni.

Siti di arricchimento

Teheran ha accettato di non costruire nuovi impianti per l’arricchimento di uranio nei prossimi quindici anni. Per quanto riguarda i siti esistenti, ha acconsentito a non arricchire l’uranio nell’impianto di Fordow, che si trova sotto una montagna per essere protetto da possibili attacchi aerei e attualmente ospita migliaia di centrifughe. Il sito resterà aperto e sarà riconvertito in stabilimento per la ricerca e lo sviluppo sotto la supervisione internazionale.

Natanz, il principale sito di arricchimento del paese, resterà l’unico stabilimento attivo. Sarà dotato di 5.060 centrifughe, che saranno poste sotto il controllo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea).

Il reattore di Arak, destinato a produrre plutonio, sarà riconvertito in modo da limitarsi alla ricerca e alla produzione di radioisotopi usati per scopo medico, e quindi non produrrà più plutonio a scopo militare.

Ispezioni

L’Aiea sarà incaricata di controllare regolarmente tutti i siti nucleari iraniani. I suoi ispettori potranno accedere per venticinque anni alle miniere di uranio e ai luoghi in cui l’Iran produce il concentrato di uranio (il cosiddetto yellowcake).

Le sanzioni

Le misure adottate da Stati Uniti e Unione europea saranno sospese quando l’Aiea avrà certificato il rispetto degli accordi da parte dell’Iran. Se l’accordo non sarà rispettato, le sanzioni saranno ristabilite. Dopo la verifica dell’Aiea, anche il Consiglio di sicurezza dell’Onu approverà una nuova risoluzione che sostituirà tutte quelle adottate nei confronti dell’Iran dal 2006 in poi. La nuova risoluzione riguarderà vari aspetti: le limitazioni sulle armi convenzionali e sui missili balistici, il congelamento dei beni, l’ispezione dei materiali importati nel paese e altre misure per favorire la trasparenza nelle attività nucleari iraniane. Gli Stati Uniti manterranno le misure che sanzionano gli abusi dei diritti umani in Iran, il sostegno di Teheran ai gruppi terroristici e lo sviluppo dei missili.

Breakout time

È il tempo necessario all’Iran, in caso di violazione dell’accordo, per produrre abbastanza uranio arricchito per fabbricare una bomba atomica. I termini dell’accordo lo stimano in circa un anno.

Le reazioni
Nel suo discorso alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha definito “storico” l’accordo raggiunto a Losanna e ha detto che “renderà gli Stati Uniti, i suoi alleati e il mondo più sicuri”.
Il video della Reuters


Secondo il ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha detto che l’intesa è utile per tutti e ha auspicato che sarà possibile definire i dettagli per un accordo definitivo nei prossimi tre mesi.
Il video della Reuters


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