Il governo colombiano ha sospeso la tregua con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) in seguito all’uccisione di dieci soldati durante uno scontro con il gruppo ribelle. Le Farc sono il più grande gruppo guerrigliero della Colombia, di ispirazione marxista-leninista, formato nel 1964. Un breve resoconto dei negoziati, dei risultati raggiunti e dei punti di disaccordo.

Il video della Reuters


La cronologia dei negoziati

  • Novembre 2012: nella capitale cubana L’Avana cominciano formalmente i colloqui di pace tra il governo colombiano e i rappresentanti delle Farc.
  • Maggio 2013: le parti raggiungono un’intesa sulla riforma agraria, uno dei punti più controversi. Si riconosce che tra le principali cause del conflitto ci sono l’accesso alla terra e lo sviluppo rurale.
  • Novembre 2013: si stabilisce che, se si raggiungerà l’accordo di pace, le Farc potranno partecipare alla vita politica del paese.
  • Maggio 2014: entrambe le parti si impegnano a eliminare la produzione illegale di droga.
  • 17 novembre: i negoziati sono sospesi in seguito al rapimento, avvenuto il giorno precedente, del generale dell’esercito colombiano Rubén Darío Alzate Mora.
  • 30 novembre: il generale Rubén Darío Alzate Mora viene liberato insieme ad altri due ostaggi.
  • 10 dicembre: ricominciano i colloqui all’Avana.
  • 18 dicembre 2014: le Farc dichiarano una tregua unilaterale.
  • Marzo 2015: le Farc e il governo decidono di lavorare insieme per eliminare le mine antipersona.

Chi sono i negoziatori

La delegazione del governo è guidata da Humberto de la Calle, avvocato ed ex vicepresidente nel governo di Ernesto Samper. Ne fanno parte generali in pensione dell’esercito e delle forze di polizia.

La delegazione dei ribelli è guidata da Iván Márquez, rappresentante del segretariato generale, l’organismo principale delle Farc. Sono presenti anche i leader dei commandi regionali, alcuni dei quali sono esponenti della linea più estrema del gruppo, per esempio il guerrigliero noto come Romaña, ideatore della strategia dei rapimenti di massa.

Quali sono i risultati raggiunti?

È stato raggiunto un consenso su tre punti principali, che però non saranno messi in atto finché non sarà firmato l’accordo di pace definitivo.

Nel maggio del 2013 le parti annunciano un accordo sulla riforma agraria, che prevede lo sviluppo sociale ed economico delle zone rurali e la distribuzione della terra ai contadini poveri.

Nel novembre del 2013 le due parti decidono che, quando si raggiungerà l’accordo di pace definitivo, le Farc potranno partecipare alla vita politica del paese.

Nel maggio del 2014 si trova l’accordo sul terzo punto: un compromesso sul commercio illecito delle droghe, che dovrebbe eliminare la produzione illegale di sostanze stupefacenti.

Quali sono i punti di disaccordo?

I principali punti di disaccordo ancora in discussione sono: i diritti delle vittime del conflitto, il disarmo dei ribelli e come mettere in atto le decisioni già prese. Alcuni gruppi di vittime sono andate all’Avana per presentare le loro richieste ai negoziatori ed è stato creato un comitato per affrontare la questione del disarmo.

Il conflitto

Secondo un rapporto del Centro nazionale per la memoria storica della Colombia, tra il 1958 e il 2012 nel conflitto interno colombiano sono morte più di 218mila persone. Tra queste, 40.787, pari al 19 per cento, erano combattenti (militari o guerriglieri), mentre 177.307, pari all’81 per cento, erano civili.

Più di sette milioni di persone si sono registrate all’Unità delle vittime del governo. La maggior parte di loro è stata costretta ad abbandonare la propria abitazione a causa del conflitto, altri sono stati sequestrati, minacciati, feriti dalle mine o sono scomparsi. Secondo il Centro nazionale per la memoria storica, più della metà dei massacri negli ultimi tre decenni è stata compiuta dai paramilitari di estrema destra, che in origine erano nati per combattere le Farc.

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