L’uccisione del blogger Ananta Bijoy Das in Bangladesh ha scatenato una serie di reazioni su internet. Il noto blogger Imran H Sarker ha denunciato l’impunità vigente nel paese e ha lanciato su Twitter l’hashtag #wordscannotbekilled. Alcuni account apparentemente legati a un gruppo militante hanno pubblicato dei messaggi che rivendicano l’omicidio e festeggiano la morte del blogger. Ananta Bijoy Das, 33 anni, lavorava in banca e come blogger si occupava di questioni legale alla laicità.
Ananta Bijoy Das è il terzo blogger a essere ucciso in Bangladesh dall’inizio dell’anno. Il 30 marzo Washiqur Rahman è stato pugnalato a morte in pieno giorno in una zona industriale di Dhaka. I suoi assassini sono stati identificati come studenti dei scuole coraniche, mossi da “moventi ideologici” per le opinioni contro il fondamentalismo islamico espresse da Rahman sul suo blog. Il 27 febbraio sempre a Dhaka è stato aggredito e ucciso a colpi di machete Avijit Roy, un blogger e scrittore statunitense di origine bangladese. Nell’attacco è stata ferita anche la moglie. Roy aveva fondato Mukto-Mona, o Mente libera, un sito che pubblica articoli sulla laicità e contro gli estremismi religiosi, dove scriveva anche Ananta Bijoy Das. Nessun colpevole è stato punito per questi attacchi.
Secondo la polizia, ci sono delle similitudini nel modo in cui i tre blogger sono stati uccisi. Tutti e tre sono stati colpiti a morte con armi affilate in pieno giorno in strade affollate. I gruppi per la difesa dei diritti umani denunciano la crescente intolleranza del paese, sempre più spaccato tra forze laiche e fondamentaliste. Qualche anno fa, gruppi fondamentalisti islamici avevano chiesto una legge sulla blasfemia per fermare i blogger ritenuti contrari all’islam.
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