L’Unione europea ha dato il via libera a una maggiore flessibilità per i conti pubblici dell’Italia. Lo ha fatto sapere il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, presentando a Bruxelles le raccomandazioni dell’Unione europea ai paesi membri: “Il governo italiano ha chiesto di fare un aggiustamento più basso nel 2016 anche per sostenere le previste riforme strutturali - ha spiegato Dombrovskis - la Commissione considera la richiesta accettabile in base alle regole e monitorerà l’attuazione puntuale delle riforme”.

Tra le raccomandazioni contenute nel rapporto semestrale sugli squilibri di bilancio, l’esecutivo europeo ha chiesto per prima cosa all’Italia un aggiustamento fiscale di almeno lo 0,25 per cento del pil verso gli obiettivi di medio termine nel 2015 e dello 0,1 per cento nel 2016 “prendendo in considerazione la deviazione consentita per l’attuazione delle principali riforme strutturali”. Il governo italiano è poi invitato a realizzare “rapidamente ed efficacemente” il programma di privatizzazioni, utilizzare eventuali entrate in più per ridurre il debito, e applicare i decreti attuativi per il fisco “entro settembre”.

Sei in tutto i capitoli delle raccomandazioni dell’esecutivo comunitario, che vanno dall’adozione di un piano strategico per i porti e la logistica, all’attuazione delle leggi pendenti per modernizzare la pubblica amministrazione, alla riduzione dei tempi della giustizia civile, fino alla richiesta di “misure vincolanti” per affrontare le “restanti debolezze nella governance delle banche”. Sul fronte del mercato del lavoro, la Commissione ha tra l’altro raccomandato al governo italiano di adottare i decreti sulla revisione degli accordi contrattuali e dei salari, e di realizzare al più presto la riforma della scuola per combattere la disoccupazione giovanile.

Quanto alla sentenza della Consulta sulle pensioni, il suo “impatto preciso dipenderà dai rimedi del governo che devono essere ancora chiariti” come è scritto nelle raccomandazioni. “Alla luce di queste nuove informazioni, potrebbe essere ritenuto necessario un rapporto sul debito, ma in assenza di questo nuovo elemento e aspettando chiarimenti si possono considerare valide le conclusioni di febbraio”, quando la Commissione non ritenne di aprire una procedura sul debito.

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