Secondo alcune testimonianze, dieci persone sono morte a bordo di un’imbarcazione carica di circa 350 migranti rohingya, respinta dalla Thailandia e alla deriva nel mare delle Andamane. I corpi sarebbero stati gettati in mare. L’imbarcazione è una delle tante che secondo le agenzie umanitarie sono alla deriva dopo che Indonesia, Malesia e Thailandia hanno deciso di non accogliere più migranti.
Sull’imbarcazione è stato issato un drappo nero con su scritto in inglese “Siamo rohingya della Birmania”. Un telo è stato fissato per proteggere dal sole le persone a bordo, tra cui cinquanta donne donne e 84 bambini. La temperatura media è di 34 gradi. L’equipaggio ha abbandonato la nave sei giorni fa e il motore non funziona. Uno dei migranti ha raccontato ai giornalisti che si trovano su una nave vicina di essere in mare da due mesi e di non mangiare da una settimana. Le persone a bordo dell’imbarcazione non possono tornare in Birmania, dove i rohingya non sono riconosciuti come cittadini e sono regolarmente perseguitati.
Oltre duemila persone sono arrivate in Indonesia e Malesia tra il 10 e l’11 maggio. Secondo le agenzie umanitarie altre migliaia sono alla deriva in mare da quando la Thailandia ha rafforzato i controlli per limitare il traffico di esseri umani dopo avere scoperto la settimana scorsa alcune fosse comuni con i corpi di presunti migranti rohingya.
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