Un’auto in fiamme a Ramadi, in Iraq, il 16 maggio. (Reuters/Contrasto)

Il ministro della difesa iraniano Hossein Dehghan è arrivato a Baghdad, in Iraq, per incontrare Saadun al Dulaimi, il ministro della difesa iracheno, all’indomani della caduta di Ramadi nelle mani del gruppo Stato islamico. La conquista di Ramadi è la più importante vittoria militare per il gruppo jihadista in Iraq dalla presa di Mosul, avvenuta l’estate scorsa. Otto cose da sapere sull’ultima offensiva dei jihadisti:

  • I combattenti del gruppo Stato islamico hanno preso il controllo del quartier generale delle forze di sicurezza a Ramadi, nella provincia irachena di Al Anbar.
  • Secondo un portavoce del governo iracheno, nei combattimenti sono morte almeno 500 persone e tra le seimila e le ottomila sono scappate dalla regione. La provincia di Al Anbar è una vasta area desertica nell’ovest del paese e Ramadi è il suo capoluogo.
  • Il Pentagono minimizza il valore di questa vittoria. “Ramadi è sotto attacco dalla scorsa estate e ora il gruppo Stato islamico è in vantaggio”, ha detto la portavoce del ministero della difesa Elissa Smith. Per il Pentagono la perdita della città non significa che i jihadisti stanno vincendo in Iraq. Anche il segretario di stato statunitense John Kerry, in visita a Seoul, ha ridimensionato l’evento: “Sono convinto che se arriveranno rinforzi, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane la situazione potrebbe capovolgersi”.
  • Ramadi è stata conquistata il 17 maggio, il giorno dopo l’annuncio da parte del Pentagono dell’uccisione di Abu Sayyaf, uno dei più importanti leader del gruppo in un’operazione delle forze speciali statunitensi nell’est della Siria.
  • Negli ultimi mesi lo Stato islamico aveva perso terreno in Iraq, con la perdita di posizioni nella provincia di Salahuddin e nel nord del paese, al confine con la regione autonoma del Kurdistan iracheno.
  • La provincia di Al Anbar è da sempre un fronte impegnativo per gli Stati Uniti. Nell’invasione dell’Iraq del 2003 da parte delle truppe statunitensi, circa 1.500 marines morirono nella zona. Fin dall’inizio dei raid aerei statunitensi in Iraq contro lo Stato islamico nell’agosto del 2014, gli sforzi si sono concentrati su Al Anbar attraverso l’invio di armi e l’addestramento di milizie sunnite locali.
  • Il primo ministro iracheno Haider al Abadi ha annunciato che saranno inviate nella provincia di Al Anbar, a maggioranza sunnita, le milizie sciite della coalizione Mobilitazione popolare (Hashid shaabi), sostenuta dall’Iran. È formata da circa ventimila combattenti di decine di milizie sciite. Alcune sono direttamente controllate da Teheran.
  • Secondo alcuni analisti, la caduta di Ramadi dimostra la debolezza dell’esercito iracheno e il fallimento del tentativo fatto dagli Stati Uniti di addestrare i sunniti.

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