Manifestanti in piazza a Buenos Aires, il 3 giugno. (Filippo Fiorini, Demotix/Corbis/Contrasto)

Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza ieri a Buenos Aires e in altre città dell’Argentina contro la violenza sulle donne, una mobilitazione storica dopo una serie di femminicidi che ha scosso il paese. L’ultimo ha provocato una reazione spontanea, potente e trasversale nella società argentina.

L’11 aprile scorso Chiara Páez, 14 anni e incinta, è stata assassinata dal suo fidanzato, di 16 anni, e sotterrata nel giardino di casa con l’aiuto dei genitori di lui. A poche ore dalla diffusione della notizia, ha preso il via il movimento Ni una menos (non una di meno) che chiede alla politica di applicare con rigore la legge contro la violenza di genere e si propone di promuovere una cultura di uguaglianza e rispetto. In Argentina viene uccisa una donna ogni 30 ore. L’appello del nuovo movimento si è diffuso veloce e capillare sulle reti sociali e con il passa parola: politici, personaggi dello spettacolo e del cinema, giornalisti e soprattutto centinaia di migliaia di cittadini hanno aderito alla manifestazione che ieri ha riempito le piazze delle maggiori città del paese sudamericano.

Nella capitale Buenos Aires la piazza della Camera era talmente gremita che risultava difficile entrarci. C’erano donne, per la maggior parte, ma anche migliaia di uomini di tutte le età e classi sociali, alcuni con i bambini in braccio o per mano, sostenitori della presidente Cristina Kirchner e militanti di sinistra, sindacati, collettivi di studenti, impiegati che sono usciti in anticipo dall’ufficio pur di non mancare alla marcia. “Una marea umana contro la violenza machista”, ha scritto il corrispondente de El País. A Buenos Aires la marcia è partita dal quartiere finanziario, con la partecipazione di centinaia di banchieri, agenti di borsa e finanziari. Davanti al palazzo del parlamento, dove è sfociato il corteo e si è conclusa la manifestazione, c’era un cordone di sole agenti donna.

Una comunione di intenti per nulla abituale nel paese. Soprattutto ora, che è impegnato in una dura campagna elettorale in vista delle elezioni presidenziali di ottobre.

La violenza di genere è un problema molto grave in tutta l’America Latina. L’anno scorso in Argentina, dove vivono 43 milioni di persone, sono state uccise 277 donne. Dal 2008, 1.800 sono state assassinate dal proprio amante, fidanzato, ex marito o familiare. Ma non si tratta di un dato ufficiale, nessuna istituzione tiene il conto di queste morti: sono le donne della Ong ‘La casa del encuentro’ che ogni giorno leggono 120 giornali nazionali e locali per tenere aggiornata la lista. Ovviamente, molte vittime ne restano fuori.

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