Our proposal continues to be the only realistic and constructive proposal. The discussions will continue. #Greece pic.twitter.com/VnxYbqxK9j
— Alexis Tsipras (@tsipras_eu) 4 Giugno 2015
Al termine dei colloqui di mercoledì 3 giugno con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e con il presidente dell’eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, il primo ministro greco Alexis Tsipras ha dichiarato che è “inaccettabile l’imposizione di misure recessive” alla Grecia.
Tsipras ha ammesso che la Commissione europea sta portando avanti le trattative con un approccio realistico, pur sostenendo pubblicamente che quella avanzata da Atene è ancora “l’unica proposta realistica e costruttiva” sul tavolo. Il premier greco esclude misure recessive come l’abolizione dei benefici delle pensioni sociali o gli aumenti dell’iva o dei costi dell’elettricità. Intanto è stato confermato per domani, 5 giugno, un nuovo incontro tra Tsipras e Juncker al quale prenderà parte anche Dijsselbloem nel tentativo di raggiungere un accordo finale.
The Greek proposal for a deal was 46 pages long. The proposal from the European creditors was five pages long #Greece
— Ed Conway (@EdConwaySky) 4 Giugno 2015
Entro domani, venerdì 5 giugno, il governo greco dovrà restituire al Fondo monetario internazionale 312 milioni di euro, ossia solo una parte degli 1,6 miliardi che i creditori aspettano in giugno. Ma senza lo sblocco degli aiuti comunitari sarà molto difficile che Atene possa pagare il suo debito. Per farcela ed evitare il default, ha bisogno che arrivi da Bruxelles un deposito di 7,2 miliardi, l’ultima quota degli aiuti programmati. L’Unione non li sblocca perché esige delle riforme come garanzia.
Le due posizioni non sembrano ancora per il momento conciliabili: nel suo piano di 47 pagine, Atene ha proposto un avanzo primario (la differenza tra spesa pubblica ed entrate al netto del costo del debito pubblico) dello 0,8 per cento per l’anno in corso e dell’1,5 per cento per il 2016, un innalzamento dell’età pensionabile ma nessun taglio. Invece la proposta dei creditori in cinque pagine, che è nata dal vertice notturno a Berlino del primo giugno, indicherebbe un avanzo primario dell’1 per cento quest’anno, del 2 per cento per il 2016, del 3 per cento per il 2017 e del 3,5 per cento per il 2018. I creditori chiedono anche una riforma delle pensioni, del mercato del lavoro e di intervenire sull’iva.
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