La corte d’appello federale di New Orleans ha considerato legittima una legge sull’aborto approvata dal parlamento del Texas nel maggio del 2013, che secondo alcune organizzazioni limita il diritto delle donne a interrompere la gravidanza.
La legge prevede che le cliniche che praticano aborti devono dotarsi di locali, attrezzature e personale equivalenti a quelli delle sale chirurgiche degli ospedali. Il governo conservatore del Texas sostiene che queste misure servano a garantire la sicurezza delle donne, ma le associazioni contrarie alla legge sostengono che il vero obiettivo del provvedimento è rendere sempre più difficile abortire.
Di fatto, dopo l’entrata in vigore di questa norma, il numero dei centri abilitati si è molto ridotto. In tutto il Texas, che ha una superficie di 700mila chilometri quadrati ed è il secondo stato più popoloso degli Stati Uniti, erano 41 nel 2012, ora sono 18. Diventeranno dieci a breve, secondo le organizzazioni che hanno impugnato la legge davanti alla corte federale per cercare di bloccarla. Dopo la decisione del tribunale di New Orleans, sono pronte a ricorrere alla corte suprema, l’istanza più alta del paese, avviando la causa più ampia che sia mai stata intentata nel paese per difendere il diritto all’aborto.
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