L’esercito israeliano ha chiuso l’indagine sull’uccisione dei quattro bambini palestinesi, morti mentre giocavano a calcio durante il bombardamento aereo su una spiaggia di Gaza il 16 luglio del 2014. La magistratura militare ha stabilito che si è trattato di uno scambio di persona, un errore di identità, e che quindi i responsabili non saranno perseguiti penalmente.
Un portavoce di Tsahal, il colonnello Peter Lerner ha spiegato che l’aviazione ha sparato sui bambini pensando che si trattasse di uomini armati che, d’altronde, correvano in un’area “utilizzata esclusivamente da miliziani”. Diversi testimoni, tra cui giornalisti stranieri, avevano assistito all’attacco – avvenuto nell’ambito dell’operazione Margine protettivo lanciata da Israele contro la striscia di Gaza l’estate scorsa – e l’esercito israeliano aveva avviato un’indagine interna per possibile cattiva condotta, anche in risposta alle accuse di crimini di guerra avanzate da diversi organismi delle Nazioni Unite.
“Dopo aver passato in rassegna i risultati dell’inchiesta, i giudici militari hanno stabilito che l’attacco in questione sia avvenuto in accordo con le leggi interne israeliane e i parametri del diritto internazionale”, ha scritto Lerner su Facebook, definendo le morti “tragiche”. Durante l’operazione israeliana a Gaza sono morti più di 2.100 palestinesi, soprattutto civili, mentre sul fronte israeliano sono morti 67 soldati e sei civili.
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