Nei primi sei mesi del 2015 137mila migranti hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere l’Europa, secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite. In Grecia c’è stata una vera emergenza, con 68mila arrivi, seguita dall’Italia con 67.500 migranti.
Secondo l’Onu è un numero record, pari a un incremento dell’83 per cento rispetto al primo semestre del 2014. Un flusso particolarmente difficile da gestire per la Grecia, che nelle ultime ore è diventata insolvente visto che non è riuscita a ripagare il debito da 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale.
Nei primi sei mesi dell’anno “c’è stato un incremento di richiedenti asilo e migranti che hanno scelto la rotta orientale dalla Turchia alla Grecia”, si legge nel rapporto dell’Onu. “Più dell’85 per cento dei migranti che arrivano sul territorio greco provengono dai paesi in cui sono in corso guerre o conflitti, principalmente dalla Siria, dall’Afghanistan, dall’Iraq e dalla Somalia. Dalla Grecia si spostano attraverso i Balcani verso l’Europa settentrionale e occidentale”.
Dall’inizio di giugno, aggiunge il rapporto, il numero di migranti che usa questa rotta è “aumentato drammaticamente, con più di mille persone al giorno” che passano sulla rotta balcanica, rispetto “ai circa duecento di poche settimane prima”. L’Italia resta la destinazione primaria per eritrei (25 per cento), somali (10 per cento) e migranti dall’Africa subsahariana”. Nel 2015 l’8 per cento di tutti i richiedenti asilo e migranti giunti in Italia erano minori non accompagnati.
“L’Europa sta vivendo una crisi di profughi via mare che ha raggiunto proporzioni storiche”, ha affermato l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), sottolineando come la maggior parte dei profughi arrivi da zone di guerra. “La maggior parte delle persone che arrivano via mare in Europa sono rifugiati, che cercano protezione contro la guerra e le persecuzioni”, ha dichiarato in una nota il commissario Antonio Guterres. I dati lo confermano: “Nella prima metà del 2015, 43.900 siriani sono approdati sulle coste europee. È il gruppo più grande, il 34 per cento degli arrivi. La maggior parte di loro ha i requisiti per la richiesta d’asilo”, sottolinea l’Onu.
Se Atene uscisse dall’euro, le conseguenze sarebbero pesantissime anche sulla questione immigrazione e l’Europa sarebbe costretta a ritornare in campo inviando “aiuti umanitari” al paese troppo povero per gestire i flussi migratori. È l’ipotesi di Demetrios Papademetriou, presidente del Migration policy institute (Mpi) Europe, che oggi ha parlato a margine del convegno Building and maintaining trust in the governance of migration in corso a Roma.
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