Il primo ministro greco Alexis Tsipras ad Atene, il 13 luglio 2015. (Jean-Paul Pelissier, Reuters/Contrasto)

Il premier greco Alexis Tsipras è riunito con le forze che sostengono il suo governo per esaminare le misure da varare in parlamento entro domani, in base agli impegni presi dopo 17 ore di negoziati con i leader dell’eurozona tra domenica e lunedì. Il primo ministro ha ventiquattro ore per convincere i parlamentari di Atene ad approvare il piano di tagli di spesa e aumenti fiscali - oltre al fondo di garanzia di 50 miliardi da ottenere con una serie di privatizzazioni - concordato con i leader dell’eurozona, in cambio di un nuovo pacchetto di aiuti, il terzo in cinque anni, da 86 miliardi di euro.

Il prezzo del via libera del parlamento sarà quasi certamente una spaccatura del suo partito di sinistra Syriza, la cui corrente radicale considera che i creditori abbiano preteso misure troppo austere e che quindi, firmando con loro un accordo, Tsipras abbia sconfessato il programma del partito con cui ha vinto le elezioni a gennaio. A guidare l’ala oltranzista, è il ministro dell’energia Panagiotis Lafazanis, che ha definito i partner europei, guidati dalla Germania, “brutali ricattatori e assassini finanziari”. Questa corrente si era già ribellata a Tsipras venerdì scorso, quando il premier aveva chiesto ai deputati e senatori il mandato per tornare a negoziare a Bruxelles: dei 162 seggi che Syriza occupa nell’assemblea, erano arrivati solo 145 voti: 17 parlamentari non avevano rispettato la disciplina di partito.

Pare invece reggere il patto con i soci di minoranza del governo, i nazionalisti di destra di Anel. Anche se alcuni esponenti avevano definito inaccettabile l’intesa di Bruxelles, oggi il segretario di Anel (e ministro della difesa) Panos Kammenos ha confermato l’appoggio al premier.

La votazione preliminare all’intesa, venerdì scorso, è stata una prova generale del sostegno su cui Tsipras può contare in parlamento. Se sono mancati i voti dei radicali di Syriza, sono arrivati quelli delle opposizioni. Il pacchetto concordato con i creditori, dopo cinque mesi di trattative tese e turbolente, dovrebbe avere i numeri per essere approvato anche se il partito del premier si spacca. Questo però obbliga Tsipras a fare un rimpasto di governo dopo il voto di domani, come ha pronosticato il ministro dell’economia Giorgios Stathakis, che non ha escluso sostituzioni nell’esecutivo anche oggi. Tra gli scenari evocati dalla stampa, c’è anche quello di un governo di scopo , sostenuto da un’ampia coalizione che possa sopportare il peso dell’approvazione delle riforme, ma anche della loro attuazione.

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