Il parlamento greco dovrà votare entro il 15 luglio le prime riforme richieste dai creditori internazionali in cambio di nuovi aiuti, nella giornata in cui i dipendenti pubblici hanno indetto uno sciopero di 24 ore. Ieri il governo di Alexis Tsipras ha presentato un piano per complessivi 3,17 miliardi di euro, tra nuove tasse e tagli alla spesa. Il provvedimento, intitolato “Misure urgenti per la negoziazione e la conclusione di un accordo con l’Esm”, non comprende però la revisione delle baby pensioni, su cui si dovrà esprimere la corte costituzionale greca.
Il testo – che comprende la dichiarazione del vertice di Bruxelles e la lista delle azioni prioritarie da intraprendere – sarà esaminato con procedura di urgenza e dovrebbe essere votato dopo la mezzanotte di Atene (dalle 23 ora italiana). Si tratterà di una prova fondamentale per la tenuta dell’esecutivo: stando alle dichiarazioni delle ultime ore ci potrebbero essere tra le 30 e le 40 defezioni della sinistra di Syriza, tra cui quella dell’ex ministro delle finanze Yanis Varoufakis che ieri ha descritto l’accordo accettato da Tsipras a Bruxelles come il golpe dei colonnelli.
Il Partito dei greci indipendenti (13 deputati), guidati dal ministro della difesa Panos Kammenos, conferma invece il suo appoggio al governo. In soccorso di Tsipras arriveranno i voti dei conservatori di Nea Dimokratia (76 deputati), del Pasok (13) e dei centristi di To Potami (17), così da assicurare il via libera alle richieste dei creditori. Ma per Syriza, che alle elezioni del 25 gennaio aveva ottenuto 149 seggi su 300, si prospetta una scissione. E per Tsipras la scelta tra elezioni anticipate e un governo di unità nazionale con l’opposizione.
In un’intervista alla tv pubblica Ert, ieri sera il capo del governo greco si è assunto la responsabilità di avere accettato condizioni molto dure e ha accusato i colleghi europei, anche se in toni moderati, di aver cercato vendetta ancora prima di un’intesa. “La priorità era evitare un disastro e firmare un accordo difficile in cui non credevo ma che ora rispetterò e che ci farà uscire dalla crisi”, ha detto Tsipras.
Secondo l’ultimo sondaggio di Kapa research, il 72 per cento dei greci è convinto che il patto accettato da Tsipras fosse inevitabile e la maggioranza dei greci accusa l’Europa delle “durissime misure” imposte al paese. Nel frattempo è uscito un report riservato del Fondo monetario internazionale citato dalla Reuters e ripreso dal Financial Times in cui si avvertono le autorità europee che la Grecia ha bisogno di una seria ristrutturazione del debito, altrimenti questo rischia di lievitare nei prossimi due anni al 200 per cento del pil, diventando ingestibile. La situazione greca, insomma, sarebbe peggiore di quanto non si creda e per questo l’Fmi potrebbe comunque decidere di bocciare il piano presentato da Atene.
Tornando al fronte interno, il sindacato greco dei dipendenti pubblici (Aedy) ha indetto per oggi uno sciopero di 24 ore e ha convocato una manifestazione davanti al parlamento, nella piazza Syntagma di Atene. Il sindacato è contrario all’accordo perché con le nuove misure di austerità sono a rischio le novemila riassunzioni che Tsipras aveva preannunciato nel maggio scorso.
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