L’India si opporrà alle richieste di “adozione di misure cautelari” presentate dall’Italia nel caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone quando sarà discusso dal Tribunale internazionale del diritto del mare (Itlos), il prossimo 10 agosto. Lo ha annunciato al quotidiano The Hindu il procuratore aggiunto generale P.S. Narsimha, che difenderà gli interessi indiani nell’udienza di Amburgo sui fucilieri di marina accusati di avere ucciso due pescatori del Kerala durante una missione antipirateria nel febbraio del 2012.
“Sosterremo che solo l’India ha giurisdizione per i reati commessi nel paese e che quel tribunale non ha alcuna giurisdizione” ha dichiarato Narsimha. Da parte indiana si sottolineerà poi che l’Italia non ha esaurito tutte le procedure previste a livello locale, requisito “necessario” prima di rivolgersi alla corte internazionale. Infine l’India obietterà che “non ci sono circostanze stringenti che possano giustificare l’adozione di qualsiasi misura provvisoria” per i due italiani.
L’India, ha fatto sapere Narsimha, si presenterà all’udienza dell’Itlos che “prenderà solo in considerazione misure provvisorie per una questione che riguarda la giurisdizione sul caso che è in attesa di essere esaminata dalla Corte permanente di arbitrato (Cpa) dell’Aja in base alla sezione 7 della convenzione” delle Nazioni Unite sul diritto del mare. Secondo The Hindu, l’India starebbe cercando in quest’ottica di avvalersi di un esperto di arbitrati internazionali di Ginevra.
L’istanza presentata dall’Italia ad Amburgo contiene due richieste: la prima è che l’India “si astenga dal prendere o eseguire ogni misura giudiziaria o amministrativa” contro i fucilieri e “dall’esercitare ogni forma di giurisdizione” a proposito dell’incidente. La seconda è che l’India prenda ogni misura necessaria ad “assicurare che le restrizioni sulla libertà, la sicurezza o il movimento dei fucilieri siano immediatamente rimosse in modo da permettere al sergente Girone di viaggiare e rimanere in Italia e al sergente Latorre di rimanere in Italia” per tutta la durata del procedimento alla Corte di arbitrato dell’Aja sul ricorso italiano riguardante la giurisdizione sul caso.
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