Cartelloni pubblicitari per le primarie a una fermata dell’autobus a Buenos Aires, in Argentina. (Marcos Brindicci, Reuters/Contrasto)

In Argentina il 9 agosto si vota per le elezioni primarie obbligatorie: tutti i partiti che vogliono partecipare alle presidenziali del 25 ottobre devono convocare le primarie per scegliere il loro candidato e tutti gli elettori dai 18 ai 70 anni hanno l’obbligo di votare.

Per questo le primarie sono interpretate dagli analisti come una sorta di sondaggio per le elezioni presidenziali con cui misurare il consenso dei diversi candidati. È infatti scontato con questo meccanismo che un candidato che raccoglierà molti voti alle primarie vada bene anche alle elezioni.

Dopo otto anni di governo di Cristina Fernández queste elezioni sono interpretate, tuttavia, anche come una valutazione dell’operato del governo.

Cristina Fernández non si è potuta ricandidare per i limiti imposti dalla costituzione così appoggia il candidato unico del suo partito, il governatore di Buenos Aires Daniel Scioli.

Scioli è il candidato unico della coalizione formata dai kirchneristi del Frente para la victoria (Fpv) e i peronisti del Partido justicialista (Pj).

La principale coalizione dei partiti di opposizione, Cambiemos, presenta tre candidati. Il favorito è il sindaco di Buenos Aires, il conservatore Mauricio Macri. Macri dovrà vincere le primarie contro il senatore Ernesto Sanz e la deputata Elisa Carrió.

Scioli è stato il delfino dell’ex presidente argentino Carlos Menem e ha sempre avuto posizioni neoliberiste, in disaccordo con la politica statalista di Cristina Fernández e di suo marito Néstor Kirchner. Tuttavia Fernández ha scelto di appoggiarlo e ha chiesto una riforma economica “graduale” del paese. Se alle primarie Scioli dovesse prendere più del 40 per cento, secondo gli analisti, ha alte possibilità di vincere le elezioni di ottobre al primo turno senza troppi problemi.

Macri è un potente uomo d’affari, è sindaco di Buenos Aires ed è stato presidente della squadra di calcio Boca Junior. In campagna elettorale ha promesso di liberalizzare il mercato e di rimettere a posto i conti dell’Argentina che sono in crisi, con dei tassi d’inflazione molto alti. Macri spera di guadagnare abbastanza voti da poter sfidare Scioli in un secondo turno a novembre. Solo in questo caso infatti avrebbe qualche possibilità di vincere contro il candidato della presidente.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it