Il parlamento greco stamattina ha approvato il terzo piano di aiuti dopo una notte di trattative, che si sono prolungate fino al mattino. Il progetto di legge è stato approvato alle 9, dopo 24 ore di discussione ininterrotta, con 222 voti favorevoli su 300.

Il governo diviso. Syriza, il partito del premier Alexis Tsipras, si è spaccato: molti deputati, compreso l’ex ministro delle finanze Yannis Varoufakis, hanno accusato Tsipras di aver svenduto Syriza ai creditori internazionali e di aver tradito le promesse fatte ai greci durante la campagna elettorale. Si sono opposti al piano 47 membri di Syriza su 149: 32 hanno votato contro, undici si sono astenuti e tre hanno votato a favore solo di alcune misure, ma non del progetto generale. Uno era assente. Per approvare il piano, Tsipras ha avuto bisogno di 120 voti dell’opposizione.

Cosa prevede il piano di aiuti. Il progetto di legge, contenuto in un documento di 400 pagine, prevede 35 misure prioritarie da attuare in tre anni, tra cui tagli alla previdenza sociale, aumenti delle tasse e la creazione di un fondo di garanzia con beni statali da privatizzare. In cambio, i creditori internazionali assicurano ad Atene circa 85 miliardi di euro da versare in tre anni, fondi necessari per evitare il default e riavviare l’economia. È il terzo piano di salvataggio concordato tra Atene e Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale, Commissione europea e Meccanismo di stabilità europeo (Esm, il fondo salvastati), che hanno già prestato al paese 240 miliardi di euro dal 2010.

Cosa succede adesso. La Grecia deve rimborsare entro il 20 agosto 3,4 miliardi di euro alla Banca centrale europea (Bce). L’approvazione del parlamento di Atene dovrebbe servire a sbloccare la prima parte degli aiuti: 23 miliardi di euro che arriverebbero ad Atene in tempo per rispettare la scadenza, al limite entro la fine del mese. Oggi pomeriggio, dalle 15 in poi, la questione passa nelle mani dei ministri delle finanze dell’eurogruppo, chiamati a esprimersi sull’accordo raggiunto tra Atene e i suoi creditori. La Commissione europea si è detta fiduciosa sull’approvazione da parte dei ministri finanziari della zona euro.

Il piano di aiuti dovrà anche essere approvato dai parlamenti di alcuni paesi europei, incluso quello tedesco. La Germania resta scettica sulla riuscita delle riforme di Atene e il 12 agosto ha ribadito che il sostegno dei paesi dell’eurozona “non è scontato”.

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