Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha disposto la chiusura di un’ulteriore parte del lungo confine con la Colombia, a causa della crisi diplomatica in corso tra i due paesi per il contrabbando transfrontaliero.
“Ho deciso di chiudere il valico di frontiera a Paraguachón, nello stato di Zulia”, ha affermato Maduro in un discorso televisivo, durante il quale ha decretato anche lo stato d’emergenza in tre municipi dello stato e l’invio di altri tremila soldati nell’area.
Gran parte dello stato venezuelano di Táchira, sempre al confine con la Colombia, è stato chiuso al transito il 20 agosto. Maduro aveva deciso di bloccare le frontiere perché, nella città di San Antonio del Táchira, due uomini armati avevano ferito un civile e due militari venezuelani che stavano facendo dei controlli contro il contrabbando. Caracas si era detta certa del fatto che gli attentatori fossero paramilitari colombiani e aveva incolpato il governo di Bogotá di non sapere controllarli.
Maduro aveva dichiarato lo stato d’emergenza e dispiegato cinquemila soldati. Subito dopo, Bogotà e Caracas hanno richiamato i rispettivi ambasciatori per consultazioni.
Secondo le autorità colombiane, 15mila colombiani sono coinvolti nel blocco frontaliero e quasi 1.500 sono stati espulsi dal Venezuela e gli altri sono fuggiti dal paese per il timore di essere espulsi.
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