A Gerusalemme e in Cisgiordania sono scoppiati diversi scontri tra palestinesi e forze di sicurezza israeliane. La preghiera musulmana del venerdì oggi era dedicata in tutti i territori palestinesi alla difesa della Spianata delle moschee, dopo tre giorni di violenti tafferugli e di polemiche sulla gestione di quel luogo sacro per i fedeli musulmani ed ebraici. Il 13 settembre, le forze di polizia israeliane hanno fatto irruzione all’interno della moschea Al Aqsa, per disperdere alcuni manifestanti che vi si erano barricati. Per evitare che il giorno di preghiera dei musulmani sfociasse in episodi di violenza, la città vecchia era stata posta sotto alta sorveglianza. In particolare, circa tremila poliziotti erano schierati a difesa della Spianata, sacra per i fedeli musulmani ed ebraici.
La zona, così presidiata, è rimasta tranquilla. Ci sono stati momenti di tensione invece intorno al Monte degli ulivi, nei quartieri di al Tur e Rass al Amud e presso il campo di rifugiati di Shuafat. Gruppi di palestinesi hanno lanciato pietre verso gli agenti israeliani. I poliziotti hanno usato lacrimogeni e proiettili di gomma.
In Cisgiordania, gli scontri sono stati più intensi che in un venerdì qualunque. A Kafr Kaddum, vicino a Nablus, tre palestinesi sono stati feriti da proiettili israeliani alle braccia e alle gambe. Dei giovani hanno lanciato oggetti contro i militari posti a guardia della prigione israeliana di Ofer, del check-point di Qalandiya, e del campo profughi di Jalazun.
Episodi simili si sono verificati anche a Hebron, da sempre una delle città della Cisgiordania in cui il conflitto tra palestinesi e israeliani è più intenso.
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