La camera dei deputati ha approvato il disegno di legge sulla riforma del processo penale con 314 sì, 129 no e 51 astensioni. Il testo contiene anche la delega al governo sul tema delle intercettazioni. La coalizione di governo – Partito democratico (Pd), Area popolare, Scelta civica, Per l’Italia-Centro democratico – ha votato a favore. Sinistra ecologia e libertà, la Lega e il Movimento 5 stelle hanno votato contro, mentre i deputati di Forza Italia si sono astenuti per protestare contro il fatto che la materia delle intercettazioni sia oggetto di delega al governo invece che essere dibattuta dall’aula. Ora il provvedimento passa al senato.

Le novità sulle intercettazioni. Ieri, 22 settembre, era stato approvato l’articolo 29, con cui il parlamento lascia al governo il potere di rivedere la disciplina delle intercettazioni. Dopo l’approvazione della legge anche al senato, l’esecutivo avrà quindi il mandato di emettere decreti sull’uso che i giudici e i giornalisti possono fare delle registrazioni audio e video. Su questo punto, i deputati hanno presentato cento emendamenti. Stamattina i deputati del Movimento 5 stelle hanno protestato alzandosi in piedi e coprendosi la bocca con fazzoletti bianchi.

Il governo dovrà legiferare sulle intercettazioni rispettando alcuni principi già contenuti nella legge delega. Prima di tutto, il testo esclude la pubblicazione delle conversazioni di persone “occasionalmente coinvolte nel procedimento, in particolare dei difensori nei colloqui con l’assistito”. Poi, prevede che “costituisca delitto, punibile con la reclusione non superiore a quattro anni, la diffusione, al solo fine di recare danno alla reputazione o all’immagine altrui, di riprese audiovisive o registrazioni di conversazioni, anche telefoniche, svolte in sua presenza ed effettuate fraudolentemente”. Significa che solo la diffusione delle registrazioni o delle riprese abusive sarà punibile con il carcere. La punibilità sarà comunque esclusa se si dimostra che sono state usate per l’esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca.

L’emendamento dell’articolo 29. Ieri è stato approvato anche un emendamento proposto da Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione giustizia e relatrice del testo. Questa modifica elimina l’udienza destinata a selezionare le intercettazioni rilevanti per il processo e a scartare le altre. La precedente versione della delega prevedeva infatti un’udienza in cui tutte le parti del processo (difesa, procura e giudice) ascoltassero o visionassero l’intero materiale intercettato per decidere cosa trascrivere agli atti perché utile per le fasi successive del procedimento e cosa no. Ma affinché il pacchetto completo delle sbobinature si possa visionare in un’udienza, prima deve essere depositato: aumenta quindi il rischio che venga pubblicato anche il materiale riservato. Per evitarlo, l’emendamento prevede una generica “scansione procedimentale per selezionare il materiale intercettativo”. Salta così l‘“udienza filtro”.

L’iter parlamentare. Il disegno di legge è stato presentato il 23 dicembre 2014. Dal 13 gennaio al 24 luglio 2015 è stato esaminato dalla commissione giustizia, e il 27 luglio è arrivato in aula per essere discusso dai deputati. Il prossimo passo è l’inizio della discussione in commissione al senato.

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