Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg all’incontro dei ministri della difesa dei paesi alleati a Bruxelles, in Belgio, l’8 ottobre del 2015. (François Lenoir, Reuters/Contrasto)

La Nato è pronta a “dispiegare le proprie forze anche in Turchia, se è necessario”: lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, a margine della riunione dei ministri della difesa dell’Alleanza che si è tenuta oggi a Bruxelles.

“Abbiamo assistito a una forte, crescente presenza militare russa in Siria. Abbiamo visto raid, bombardamenti con missili cruise, incusioni nello spazio aereo turco e, naturalmente, tutto questo è motivo di preoccupazione”, ha sottolineato il leader della Nato, che ha invitato la Russia a svolgere un ruolo costruttivo e di cooperazione nella lotta allo Stato islamico e a interrompere il sostegno al regime del presidente siriano Bashar al Assad.

Il ruolo di Assad. La Russia ha cominciato mercoledì 30 settembre un’offensiva aerea sulla Siria, in cui dal marzo del 2011 è in corso una guerra civile tra le forze governative e i gruppi che si oppongono al presidente, un conflitto in cui si è inserito nell’ultimo anno anche lo Stato islamico. L’obiettivo ufficiale di Mosca sono le postazioni di questo gruppo jihadista e di altri terroristi vicini ad Al Qaeda. Ma visto che l’intervento ordinato da Vladimir Putin è stato chiesto dallo stesso Assad, gli Stati Uniti e altri paesi della Nato hanno espresso il timore che la Russia stia attaccando anche gli insorti che combattono contro il presidente siriano.

Le incursioni in Turchia. Un ulteriore motivo di preoccupazione per l’Alleanza è dato dal fatto che l’aviazione russa attraversa senza permesso lo spazio aereo della Turchia (paese Nato) per andare a sganciare le proprie bombe in Siria. Quanto a queste violazioni, Stoltenberg ha confermato di averne discusso con le autorità di Ankara. “Stiamo costantemente valutando la situazione anche con il governo turco, ho incontrato il ministro degli esteri solo un paio di giorni fa e continueremo a stare a stretto contatto con loro, e a valutare costantemente se c’è bisogno di fare qualcosa di più”, ha commentato.

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