L’esercito israeliano si è scontrato con un gruppo di manifestanti palestinesi a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, e sei palestinesi sono rimasti uccisi. I soldati hanno cominciato a sparare quando i palestinesi si sono avvicinati troppo alla linea di confine con Israele, lanciando pietre contro di loro. Trenta palestinesi sono rimasti feriti. È la prima volta che le tensioni, scatenate l’1 ottobre dall’uccisione di una coppia di ultraortodossi vicino a Nablus, si estendono a Gaza. Finora la violenze si erano concentrate soprattutto a Gerusalemme Est e in Cisgiordania.

Durante le preghiere del venerdì, il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha annunciato il sostegno del suo movimento all’“intifada per liberare Gerusalemme”, lodando i palestinesi responsabili degli attacchi con armi da taglio avvenuti negli ultimi giorni. Dal 3 al 9 ottobre ci sono stati dodici attacchi di questo tipo: due israeliani sono morti (facendo salire a quattro il bilancio delle vittime israeliane dall’inizio del mese), quindici sono rimasti feriti e cinque presunti assalitori palestinesi sono stati uccisi dalle forze di sicurezza.

Inoltre oggi a Dimona, nel sud di Israele, un israeliano ha aggredito quattro persone, due palestinesi e due israeliani arabi, sempre con un coltello. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha condannato l’attacco.

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