Il Bundesrat, la camera alta dell’ordinamento tedesco, il 15 ottobre ha approvato a larga maggioranza un nuovo pacchetto di leggi sul diritto d’asilo che entrerà in vigore il 1 novembre prossimo. Tra le misure previste, ci sono regole più severe per le espulsioni e un’accelerazione delle procedure d’esame delle richieste di asilo. Oltre a ciò, Albania, Kosovo e Montenegro saranno d’ora in poi considerati paesi di origine sicuri e quindi meta di rimpatri. Le nuove misure sono già state criticate da Amnesty International e Pro Asyl, due organizzazioni per la difesa dei diritti umani, e dall’ordine degli avvocati tedesco.
I contenuti principali
- Le espulsioni saranno facilitate perché coloro che non lasceranno la Germania entro la data prevista dalle autorità, dopo una riduzione progressiva degli aiuti forniti dallo stato fino alla pura sussistenza, potranno essere rimpatriati senza preavviso e in maniera coatta.
- I migranti che riceveranno lo status di rifugiato potranno ottenere contratti di lavoro temporaneo già dopo tre mesi.
- Saranno organizzati corsi di lingua e cultura tedesca per tutti i richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza.
- La lista dei paesi considerati “sicuri” dalla Germania comprenderà anche Kosovo, Albania e Montenegro. Questo significa che d’ora in poi i cittadini di questi paesi difficilmente vedranno accolte le loro richieste d’asilo. Nell’elenco dei paesi considerati sicuri c’erano già Bosnia, Ghana, Macedonia, Senegal e Serbia, oltre ai paesi dell’Unione europea, Norvegia e Svizzera.
- Finora i richiedenti asilo potevano passare solo tre mesi nei centri di accoglienza, prima che la loro richiesta fosse accolta o rifiutata: questo periodo è stato esteso a sei mesi (l’iter di una richiesta nel paese ne dura in media cinque). La misura è stata criticata perché, dato che i richiedenti asilo non possono lavorare fintanto che vivono in questi centri, ritarderebbe il processo di integrazione dei migranti. Secondo le organizzazioni per la difesa dei diritti umani inoltre le strutture di accoglienza, già sovraffollate, non sono attrezzate per ospitare i profughi per periodi così lunghi.
- Finora le persone in attesa di conoscere l’esito della propria richiesta d’asilo ricevevano assistenza dallo stato con un sussidio di 143 euro in contanti ogni mese. Tale aiuto sarà convertito in gran parte in beni e servizi. Secondo Pro Asyl questa misura allungherà le procedure burocratiche, aumentando i costi per lo stato: i richiedenti asilo dovranno infatti fare richiesta all’amministrazione del centro che li ospita ogni volta che avranno bisogno di denaro per spese extra, come l’acquisto di biglietti per il trasporto pubblico. Inoltre questa misura rallenterebbe a sua volta il processo di integrazione perché i profughi avranno meno occasioni di scambio con la popolazione locale.
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