La cancelliera tedesca Angela Merkel, in visita in Turchia, e il primo ministro turco Ahmet Davutoğlu hanno espresso la comune preoccupazione perché i nuovi combattimenti ad Aleppo, in Siria, “rischiano di creare una nuova e significativa ondata migratoria”, come ha dichiarato Davutoglu e ha ribadito anche Merkel nel corso di una conferenza stampa congiunta.
La cancelliera tedesca era a Istanbul proprio per convincere il governo a collaborare nella gestione dei flussi di profughi che scappano dalla Siria e cercano di arrivare in Europa: la Turchia è un passaggio obbligato in questo viaggio. Per questo, i leader dei 28 paesi dell’Unione – in un vertice convocato il 15 e il 16 ottobre a Bruxelles per discutere il tema – hanno deciso di proporre ad Ankara un accordo per la creazione di nuovi campi profughi in cambio di alcune concessioni come la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi che vogliono viaggiare in Europa e l’accelerazione dell’iter di adesione del paese all’Unione.
Il premier Davutoğlu ha detto che “la Turchia è stata lasciata sola dalla comunità internazionale nella condivisione del peso dei rifugiati”. “Siamo molto lieti che ci sia un approccio migliore adesso. Il tema di portare avanti questa condivisione è molto importante. Sono fiducioso che potremo raggiungere buoni risultati”, ha aggiunto. Il nodo della questione è anche economico: il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha chiesto agli europei tre miliardi di euro per fare da filtro ai flussi migratori.
Merkel dal canto suo ha dichiarato che il fatto che la Turchia abbia dovuto occuparsi di oltre due milioni di rifugiati siriani con una disponibilità limitata di fondi ha portato a una pressione migratoria verso l’Europa. “Ci impegneremo di più finanziariamente come Unione europea. La Germania farà la sua parte”, ha promesso.
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