Il leader del Partito socialista portoghese (Ps), António Costa, ha annunciato al presidente della repubblica Aníbal Cavaco Silva di essere in grado di formare un governo con il sostegno del Bloco de esquerda (Blocco di sinistra) e del Partito comunista. Sarebbe la prima volta in cui prende forma un’alleanza tra socialisti e sinistra radicale nei 40 anni di democrazia.

Sono passate due settimane dalle elezioni politiche che il 4 ottobre hanno decretato la vittoria del blocco conservatore guidato dal premier uscente Pedro Passos Coelho, che comunque è rimasto lontano dalla maggioranza assoluta con il 36,8 per cento dei voti. Passos Coelho ha tentato di formare un governo con il Ps, che è il secondo partito più votato (32,4 per cento dei consensi). Ma il tentativo di una coalizione che unisse nell’esecutivo due partiti così opposti non gli è riuscito e ha sospeso i negoziati.

È quindi probabile che appena riceverà ufficialmente il mandato dal presidente Cavaco Silva – passaggio obbligato perché è comunque il candidato premier della formazione più votata – Passos Coelho si presenterà al parlamento con una squadra e un programma di governo.

A quel punto i partiti di centrosinistra potrebbero fornire la “soluzione alternativa” di cui Costa ha parlato con il presidente della repubblica. “Non faremmo cadere il governo di centrodestra, di minoranza, se non fossimo certi di disporre di una maggioranza alternativa. Forniremo una soluzione stabile e, allo stesso tempo, espressione della volontà dei cittadini”, ha spiegato il leader socialista.

Dal punti di vista dei numeri in parlamento il governo che coalizzi le sinistre sembra l’unica strada percorribile al momento.

Resta comunque da vedere come potranno accordarsi su un programma di quattro anni partiti che in campagna elettorale si sono mostrati così distanti su questioni di cruciale attualità: il rapporto da mantenere con Bruxelles e con le sue regole che hanno imposto pesanti tagli e riforme attuati dal precedente governo di centrodestra. Bloco de esquerda e Partito comunista sono contrari alle misure finanziarie chieste dall’Unione europea e anche alla moneta unica, mentre il Ps si è impegnato a rispettare tutti i limiti europei, pur promettendo politiche meno improntate all’austerità rispetto ai conservatori.

Il terreno comune tra i tre partiti è costituito da pochi punti fermi: il mantenimento di pensioni e stipendi e l’aumento del salario minimo.

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