Il ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif parteciperà ai colloqui internazionali sulla Siria che si terranno questa settimana a Vienna. È la prima volta che l’Iran, alleato del presidente siriano Bashar al Assad, partecipa a una riunione di questo livello sulla crisi: la Repubblica islamica infatti non era stata invitata alle precedenti conferenze di Ginevra, nel 2012 e nel 2014.
Prima della conferma di Teheran, gli Stati Uniti avevano fatto sapere di avere esteso anche all’Iran l’invito per i colloqui che dovrebbero cominciare venerdì 30 ottobre, ma potrebbero essere preceduti da alcuni incontri preparatori già domani sera. Hanno già comunicato la loro partecipazione i responsabili delle diplomazie di Stati Uniti, Russia, Egitto, Turchia e Arabia Saudita, oltre all’alta rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini. È prevista la presenza anche di rappresentanti dell’Iraq e del Libano.
E ci sarà il ministro degli esteri francese Laurent Fabius, che riferirà dei risultati della cena di ieri al Quai d’Orsay in cui ha parlato di Siria con i rappresentanti delle monarchie petrolifere, degli Stati Uniti, della Turchia, della Germania, dell’Italia e del Regno Unito, ovvero i paesi che più di tutti si oppongono alla permanenza di Assad alla guida del paese.
Un primo giro di consultazioni si era già tenuto venerdì scorso, 23 ottobre, sempre a Vienna, dove si erano riuniti i ministri degli esteri russo, statunitense, turco e saudita per confrontarsi sulla possibilità di mettere fine al conflitto. Sia il segretario di stato statunitense John Kerry che il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov avevano sostenuto in quell’occasione la necessità di un “dialogo allargato”, annunciando un nuovo incontro per questo fine settimana.
La Russia accetterebbe l’ipotesi di un’uscita di scena di Assad dopo una transizione politica che porti a regolari elezioni mentre Turchia, Arabia Saudita e Stati Uniti sarebbero a favore di elezioni solo dopo l’allontanamento di Assad.
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