La polizia turca ha preso il controllo stamattina della regia di due emittenti private vicine all’opposizione, Bugün tv e Kanaltürk, di proprietà del gruppo Koza İpek. In diretta tv, gli agenti hanno prima disperso con i lacrimogeni e pistole ad acqua i dipendenti che cercavano di difendere l’ingresso della sede di Istanbul che ospita le due televisioni, per poi occupare i locali delle redazioni e della regia insieme agli amministratori nominati dal tribunale.
Le immagini dell’incursione della polizia turca alla sede dell’emittente Bugün tv
Il gruppo editoriale è stato messo sotto tutela dalla magistratura perché accusato di finanziare, reclutare e fare propaganda per conto del magnate e imam Fethullah Gülen, a capo di una rete di ong e mezzi d’informazione definita un’“organizzazione terroristica” dalle autorità di Ankara.
La settimana scorsa le autorità turche avevano annunciato l’interruzione delle trasmissioni di sette canali di opposizione dall’operatore satellitare di stato Türksat. Ora la censura colpisce la holding che controlla il gruppo editoriale di cui fanno parte i quotidiani Bugün e Millet e i canali Bugün tv e Kanaltürk.
Ex alleato del presidente Recep Tayyip Erdoğan, Gülen è diventato il suo principale avversario politico ed è accusato di aver creato uno “stato parallelo” con l’intenzione di rovesciare il presidente attraverso false rivelazioni sulle presunte tangenti intascate da vari ministri poi costretti alle dimissioni nel dicembre del 2013. Gülen vive negli Stati Uniti dal 1998.
La polizia ieri ha fatto incursione nella sede della Koza İpek per notificare il provvedimento del tribunale di Ankara che ne affidava la gestione a un’amministrazione controllata. L’iniziativa ha scatenato le proteste delle associazioni di giornalisti turchi e dell’0pposizione. Diversi osservatori internazionali, come l’ambasciata statunitense ad Ankara, hanno espresso preoccupazioni sul clima politico alla vigilia delle importanti elezioni politiche anticipate di domenica 1 novembre.
(1/2) The US believes strongly that freedom of press/expression are universal rights. They are essential for healthy democratic societies.
— US Embassy Turkey (@USEmbassyTurkey) 27 Ottobre 2015
(2/2) When there is a reduction in the range of viewpoints available to citizens, especially before an election, it is a matter of concern.
— US Embassy Turkey (@USEmbassyTurkey) 27 Ottobre 2015
Il rischio per la libertà di espressione nel paese è confermato anche da un’altra notizia pubblicata dal quotidiano Hürriyet, secondo cui la magistratura turca ha aperto un fascicolo per “insulti” a Erdoğan a carico di due ragazzi di 12 e 13 anni, accusati di aver stracciato una locandina col ritratto del presidente.
La procura di Diyarbakır, nel sudest del paese, avrebbe chiesto per i due imputati pene dai quattordici mesi ai quattro anni e otto mesi di carcere, in virtù del discusso articolo 299 del codice penale (vilipendio al presidente), che era stato introdotto subito dopo la soppressione dell’articolo 301 (insulto alla nazione turca), abrogato nel 2008 in conformità ai criteri di avvicinamento all’Unione europea.
Non è la prima volta che dei minorenni rischiano il carcere per questo motivo e il 9 ottobre scorso – sempre con l’accusa di vilipendio – era stato arrestato il caporedattore del quotidiano Zaman, Bülent Kenes. Dal 2014 quasi trecento tra giornalisti e blogger sono stati incriminati con lo stesso capo d’imputazione.
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