A Roma le forze dell’ordine hanno fatto un blitz per controllare e identificare i migranti ospitati dal Baobab, un centro di accoglienza gestito da volontari in via Cupa, nella zona Tiburtina. La questura ha riferito che l’intervento rientrava nell’ambito delle operazioni per la sicurezza del Giubileo.

L’operazione di polizia. Secondo testimoni una cinquantina tra carabinieri e agenti di polizia sono arrivati al centro intorno alle 6.30, a bordo di quattro blindati, e hanno bloccato la strada. Poliziotti e militari, anche in tenuta antisommossa e con unità cinofile, sono entrati nel dormitorio e hanno fatto uscire i profughi presenti, circa settanta, per farli identificare da funzionari dell’ufficio immigrazione della questura di Roma.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

I migranti portati via. Le persone trovate senza documenti erano 24 tra cui due minori non accompagnati, hanno raccontato i volontari del centro. Sono stati tutti caricati su un pullman e trasferiti in via Patini all’ufficio immigrazione. In questo gruppo, oltre a etiopi ed eritrei, c’erano diversi migranti marocchini, che per un accordo bilaterale tra l’Italia e il paese di provenienza “rischiano il rimpatrio diretto”, ha spiegato Roberto Viviani, uno dei volontari del Baobab.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Il rischio di sgombero. L’operazione ha colto di sorpresa i volontari, che da tempo erano stati avvertiti della possibilità di uno sgombero della struttura per cause amministrative, e quindi con l’arrivo della polizia, all’alba, temevano di essere tutti costretti ad abbandonare il centro.

Cos’è. Il Baobab è un centro culturale con un ristorante di cucina africana. Era nato nel 2004 in una vetreria abbandonata, tra il piazzale del Verano e la stazione Tiburtina, come centro di accoglienza e per attività culturali sotto la gestione del consorzio di Salvatore Buzzi, il principale imputato nell’inchiesta di Mafia capitale. Fu scattata proprio lì, nel 2010, una foto che ritraeva Buzzi insieme all’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno e all’ex presidente di Legacoop, oggi ministro del welfare, Giuliano Poletti.

I volontari. Nel tempo la struttura si è trasformata in un centro di accoglienza straordinaria dei migranti: da cinque mesi è autogestita da un gruppo di volontari che hanno affrontato il transito di 35mila persone e lamentano, davanti a un fenomeno migratorio sempre più consistente, l’assenza delle istituzioni. “Abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere all’amministrazione comunale e al ministero dell’interno una soluzione al problema dei migranti a Roma: dallo sgombero di ponte Mammolo, lo scorso maggio, a oggi non è stata proposta alcuna soluzione alternativa. L’unica altra struttura è quella gestita dalla Croce rossa in via del Frantonio, con soli 55 posti letto”, raccontano dal centro.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it