Per la stampa francese la vittoria del Front national al primo turno delle elezioni regionali di domenica è “uno choc”, come recitano diversi titoli di apertura. Uno sconvolgimento del panorama politico e istituzionale, mandato in frantumi dal partito di Marine Le Pen, sull’onda dello scontento degli elettori nei confronti dei partiti tradizionali.

Sinistra e destra senza voce
L’Opinion
Per il direttore Nicolas Beytout la situazione attuale – tre partiti inconciliabili che si ritrovano al secondo turno – “è rarissima” e “non si è mai verificata nella quinta repubblica, dove i negoziati tra i due turni si limitavano di solito a discussioni all’interno della stessa compagine”. Questo, prosegue Beytout, “è il risultato dell’incredibile pressione esercitata dall’ascesa dell’estrema destra e dall’insediamento nel paesaggio politico francese di una terza forza politica che è diventata la prima in ordine di importanza. Pensate per un confronto tra due blocchi tradizionali, la destra e la sinistra, le nostre istituzioni avevano finora favorito il dialogo e l’alternanza. Questi tempi sono passati. Questa nuova situazione lascia i perdenti senza strategia né voce”.

Il nemico principale
Libération
“Anche se la sinistra limita i danni siamo di fronte a un paesaggio completamente inedito. Impensabile fino a ieri, l’idea che [il Front national] possa prendere il potere diventa più concreta per questo partito che guadagna cinque punti a ogni elezione”, sostiene Laurent Joffrin. “Occorre procedere a un esame che riguarda la politica in generale, sulla quale si è riversata la rabbia degli elettori”, prosegue il direttore del giornale, “a cominciare dalla gauche in particolare, la cui assenza di risultati apre la strada all’intolleranza. […] Un terzo dei francesi hanno votato Fn, ma i due terzi non vogliono la sua politica. In queste condizioni la logica classica del nemico principale deve imporsi. Tra destra ed estrema destra occorre scegliere il male minore”.

Libération, il 7 dicembre 2015. (Dr)

Rassegnazione
Les Echos
Per Cécile Cornudet, “dicembre 2015 rimarrà come una nuova data chiave nella storia politica francese. Il Front national avanza di nuovo, ma non lo si combatte più. C’è un’atmosfera di rassegnazione fra gli elettori dei partiti tradizionali di sinistra e di destra. […] Da settimane i sondaggi prevedevano un’avanzata dell’Fn, se non addirittura la sua vittoria in alcune regioni. Eppure non è successo nulla, gli elettori non si muovono e si mobilitano in modo appena superiore al 2010”, durante le precedenti regionali. […] Una domanda riguarda direttamente il Partito socialista e i Repubblicani: il voto per l’Fn si nutre della disperazione sociale, della crisi dei migranti e della minaccia di nuovi attentati. Ma come spiegare il rifiuto degli elettori della destra e della sinistra di governo a mobilitarsi, se non una sfiducia senza precedenti nella politica e nei suoi rappresentanti?”.

Vento di rabbia
Le Figaro
“È una rabbia che viene da lontano. Una rabbia fredda, brutale, senza sfumature né pietà. Si è alimentata per trent’anni sulle braci dell’impotenza dello stato e dei fallimenti dei governi”, scrive il direttore Alexis Brézet. E aggiunge: “Domenica, la rabbia ha spazzato via tutto al suo passaggio. Ormai senza dubbi il primo partito di Francia, il Front national è entrato in modo clamoroso nel cuore del nostro paesaggio politico. Per la sinistra e per la destra è uno smacco”.

Le Figaro, il 7 dicembre 2015. (Dr)

Disinganno
Le Parisien
“I risultati di ieri non si spiegano solo con il periodo che il nostro paese attraversa da qualche mese”, afferma Stéphane Albouy. Per l’editorialista le regioni dove il Front national è in testa sono “quelle dove la disoccupazione è di molto superiore alla media nazionale. Sono anche regioni, come il Nord, che erano fino a poco tempo fa delle roccaforti del Partito socialista. Posti dove i discorsi e le promesse di François Hollande hanno suscitato maggiori speranze. Delle immense aspettative che di sono ora trasformate in disinganno”.

Paesaggio disastrato
L’Humanité
“Gli apprendisti stregoni che hanno giocato a promuoverlo, quelli che hanno copiato il suo discorso sulla sicurezza hanno visto la loro creatura sfuggirgli di mano”, scrive Patrick Apel-Muller a proposito del Front national. “Il compito di far retrocedere l’estrema destra sarà ancora più difficile mentre gli elettori – motivati e disgustati dalle esperienze politiche precedenti – si sono convinti che gli immigrati sono la causa dei loro mali”, prosegue. E accusa il potere socialista, “la cui responsabilità è pesante, nei risultati che traducono l’esasperazione dei francesi riguardo alle promesse tradite e ai sogni svaniti.”

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it