Quest’anno, negli Stati Uniti, sono andate in onda più o meno quattrocento serie tv, miniserie, sitcom. È difficile districarsi in questo universo. Ecco una lista, rigorosamente in ordine alfabetico, delle nuove arrivate che hanno convinto Maureen Ryan, columnist e critica televisiva di Variety.

The Carmichael show (Nbc). Classica sitcom che eccelle grazie al cast, ai testi intelligenti e al grande potenziale che ha dimostrato.

Catastrophe (Amazon). Una rom-com immediatamente accattivante e affascinante in modo quasi indecente, che rifugge sentimentalismo, formule e ricette sicure.

Deutschland 83 (Sundance). Chi ha apprezzato The Americans molto probabilmente amerà anche questa storia di spie ambientata in Germania nei primi anni ottanta. Grande parata di caratteristi e di vestiti d’epoca.

Fortitude (Pivot). Versione gelata e sottile del genere (in ascesa) “misterioso omicidio in una comunità isolata”.

Fresh off the boat

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Fresh off the boat (Abc). Una famiglia cinese all’inseguimento del sogno americano. Il cast funziona tutto ma viene comunque da chiedersi: come abbiamo fatto a vivere fino a ora senza Costance Wu? I suoi tempi comici e la sua caratterizzazione sono una scoperta. I grandi network perdono terreno nella categoria delle serie drammatiche da prima serata, ma sul fronte comedy hanno ancora molto da dire.

Grantchester (Pbs/Masterpiece). Semplice e gradevole serie mistery in costume su un bel parroco con una debolezza per gli omicidi e le questioni sentimentali. Ogni tanto c’è bisogno di qualcosa che sia poco impegnativo a livello emotivo o addirittura rilassante da guardare.

Killjoys (Syfy). Serie canadese di avventure spaziali su tre cacciatori di taglie interplanetari. Una serie intelligente e rinfrancante con una protagonista cattiva, brillante e sfrontata? Sì grazie. Da vedere, mi ringrazierete dopo.

iZombie (Cw). Liberamente ispirata all’omonima serie a fumetti, la serie racconta le avventure di una patologa diventata zombie che decide di mettere i suoi poteri al servizio della legge. Una delle più divertenti distrazioni della stagione.

The Jinx

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The Jinx (Hbo). Su questa miniserie documentaria di Andrew Jarecki sul caso di Robert Durst si possono avere legittime riserve. Ma non si può cominciare a vederla senza andare fino in fondo.

The man in the high castle (Amazon). Serie basata sul romanzo di Philip K. Dick costruita su una realtà alternativa in cui le potenze dell’asse hanno vinto la seconda guerra mondiale. Un’intelligente riflessione sui costi emotivi e sociali del fascismo che si rivela anche drammaticamente di attualità.

Marvel’s Jessica Jones (Netflix). Serie drammatica che si rivela sorprendentemente complessa e soprattutto rompe alcuni deplorevoli schemi sulla violenza sessuale in tv decidendo senza compromessi da che parte stare.

Marvel’s Agent Carter (Abc). Un vivace e divertente strumento per mettere in mostra le qualità della protagonista, Hayley Atwell, che con il suo star power riesce a nascondere qualche ruvidità della prima stagione.

Master of none (Netflix). Uno degli show più divertenti e vitali della stagione che affonda in argomenti “delicati” con forza e irriverente curiosità. Una folgorazione.

Mr. Robots

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Mr. Robot (Usa). Eccezionale e ambiziosa riflessione sulla tecnologia, la morbosità e le vite annacquate a cui ci siamo piegati. E grazie alla profondità, all’intelligenza e alla sofferenza calibrata che Rami Malek riesce a infondere al suo personaggio tutto funziona a meraviglia.

Other space (Yahoo). Tre cose che ci piacciono: la commedia, i telefilm ambientati nello spazio e Paul Feig come autore. Tutte e tre queste cose sono unite in una assurda e divertente sitcom.

Show me a hero

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Show me a hero (Hbo). Come si fa a convincere le persone a interessarsi alle speculazioni immobiliari? Be’ si può cominciare scrivendo una storia che abbia Oscar Isaac come protagonista. Ma tutto l’eccezionale cast di questa miniserie scritta da David Simon rende viva e memorabile una storia che avrebbe potuto essere un po’ faticosa.

Togetherness (Hbo). Un’acuta tragicommedia sui compromessi e la lenta morte dei sogni che acquista forza una puntata dopo l’altra.

Unbreakable Kimmy Schmidt (Netflix). Nella nuova serie prodotta da Tina Fey e Robert Carlock (30 rock) una donna che dopo aver passato trent’anni in un rifugio antiatomico dell’Indiana deve costruirsi una vita “normale” a New York. Poteva anche essere meglio, ma è impossibile resistere alla solare tenacia della protagonista.

UnReal

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UnReal (Lifetime). Serie ambientata dietro le quinte di un reality che ne esplora i meccanismi e i luoghi comuni senza dare giudizi condiscendenti e che ci offre due splendidi e discutibili personaggi femminili. Un exploit per Lifetime, canale che finora non aveva mai mostrato prodotti ambiziosi.

Wolf hall (Pbs/Masterpiece). Questa miniserie sull’ascesa di Thomas Cromwell (Mark Rylance) nella corte di Enrico VIII (Damian Lewis), tratta dai romanzi di Hilary Mantel, offre diverse riflessioni su come ragionano e agiscono le persone che hanno accesso al vero potere.

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