Due donne si abbracciano di fronte al parlamento greco nel centro di Atene durante l’annuale parata del gay pride, il 13 giugno 2015. (Angelos Tzortzinis, Afp)

Ad Atene una commissione parlamentare ha cominciato a discutere un progetto di legge per permettere le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Due anni fa la Grecia era stata multata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per non aver esteso alcuni diritti alle coppie omosessuali. La legge in discussione dovrebbe contenere una parte riguardo i diritti di successione e un’altra sulla possibilità per le coppie di fare una dichiarazione dei redditi comune. Tuttavia, gli attivisti per i diritti della comunità lgbt non sono del tutto soddisfatti perché non è previsto nulla sull’adozione e sull’affido dei bambini.

L’opposizione tra i politici. La proposta per la legge è stata proposta dal governo di Alexis Tsipras il 10 giugno 2015. La nuova norma dovrebbe passare anche grazie all’appoggio dell’opposizione di centrosinistra, mentre l’anno scorso l’allora ministro della giustizia Haralambos Athanasiou aveva bloccato il tentativo di legiferare su questo tema. In un’intervista televisiva il ministro aveva detto che le unioni tra persone dello stesso sesso rappresentano un “pericolo” per una società rispettosa delle tradizioni. Purtroppo anche tra le fila dei politici di sinistra non mancano le opinioni omofobiche.

L’opposizione della chiesa ortodossa. Il diritto canonico della chiesa ortodossa, per cui un fedele può sposarsi fino a tre volte, non prevede che possano esserci unioni tra persone dello stesso sesso. Il vescovo di Kalavryta, Ambrosios, si è opposto in modo particolare alla discussione parlamentare su questo tema in un post sul suo blog dove ha invitato i credenti a denunciare quelli che considera “scherzi della natura”, “non umani”. Gli attivisti per i diritti della comunità lgbt hanno annunciato che denunceranno il vescovo con l’accusa di istigazione all’odio.

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