La Commissione europea ha presentato all’europarlamento di Strasburgo la sua proposta per la creazione di un corpo di polizia di frontiera e di guardia costiera comunitario. L’esecutivo europeo ha illustrato nel pomeriggio i dettagli del piano, che rischia di incontrare molte resistenze tra i paesi membri: in caso di approvazione, infatti, temono una significativa perdita di sovranità. L’obiettivo della Commissione è aiutare gli stati a rafforzare i controlli sui migranti alle frontiere esterne dell’Unione europea.
Salvare Schengen. Nelle intenzioni di Bruxelles c’è anche quella di contenere le sollecitazioni di alcuni paesi membri a sospendere o limitare il trattato di Schengen, che attualmente consente la libera circolazione tra i 28 paesi dell’Ue. Secondo la Commissione, circa un milione e mezzo di migranti hanno attraversato le frontiere dell’Unione dallo scorso gennaio senza essere registrati. Questa situazione ha spinto diversi paesi europei come la Germania, l’Austria o la Svezia a reintrodurre provvisoriamente controlli alle frontiere interne, manifestando una pesante perdita di fiducia nella capacità di filtro dei paesi in prima linea, come l’Italia o la Grecia.
Oltre Frontex. I paesi europei “non sono preparati” ad affrontare tutte le pratiche relative ai nuovi arrivi e “non possono più agire singolarmente”, ha sottolineato nei giorni scorsi il commissario europeo all’immigrazione Dimitris Avramopoulos. “Abbiamo bisogno di qualcosa di più completo e più strutturato” degli strumenti attuali, ha aggiunto. Il riferimento di Avramopoulos era a Frontex, l’agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne dell’Unione europea, creata nel 2004. Il nuovo corpo di polizia dovrebbe nascere proprio sulla struttura di Frontex e dovrebbe poter contare su circa mille agenti entro il 2020. Inoltre l’agenzia potrà condurre operazioni di sorveglianza usando sistemi aerei a pilotaggio remoto (droni) nel mar Mediterraneo.
Il contributo dei paesi Ue. E “i paesi membri dovranno mettere a disposizione almeno 1.500 agenti” che siano operativi entro pochi giorni, come indicato in un documento della Commissione. Al momento i paesi dell’Unione stanno tardando nei contributi di risorse umane a Frontex. Soprattutto in “situazioni urgenti”, il nuovo corpo dovrà “intervenire per garantire che sul terreno siano prese le misure adeguate, anche nelle situazioni in cui non ci sia una richiesta di aiuto da parte del paese coinvolto o uno stato membro non ritenga che ci sia bisogno di un intervento”.
Limiti alla sovranità nazionale? La Commissione avrebbe il potere di “prendere le adeguate misure operative” di sua iniziativa, secondo la proposta avanzata. Il diritto di intervenire sarebbe comunque previsto al termine di un processo graduale, in caso di “persistenza” dei ritardi e delle omissioni nei controlli alle frontiere da parte dei paesi coinvolti. Ma “non sarà mai possibile per un poliziotto di frontiera europeo intervenire in un’operazione di confine senza il consenso del singolo paese”, ha fatto notare una fonte vicina al dossier, lasciando intendere che l’iniziativa è stata concepita soprattutto per aumentare la pressione perché i singoli stati migliorino le loro capacità di gestione della crisi, anche con l’aiuto europeo.
L’iter della proposta. In ogni caso il progetto presentato in queste ore, prima di entrare in vigore, dovrà essere approvato dal Consiglio europeo a maggioranza qualificata e dal parlamento europeo. E nonostante il sostegno di Berlino e di Parigi, dovrebbe incontrare le reticenze dei paesi poco inclini ad abbandonare una parte della loro sovranità. Sostituire Frontex con una struttura che agisce indipendentemente dalle richieste dei singoli paesi è “scioccante”, ha commentato il ministro degli esteri polacco Witold Waszczykowski.
Una revisione del codice Schengen. La creazione di un corpo europeo di polizia di frontiera fa parte di una serie di nuove misure presentate in queste ore, tra cui una revisione mirata del codice delle frontiere Schengen, richiesta con insistenza dalla Francia. L’intervento dovrebbe estendere ai migranti intraeuropei gli stessi controlli sistematici e approfonditi che sono svolti all’ingresso dello spazio Schengen sui cittadini extraeuropei.
La proposta presentata al parlamento europeo dalla Commissione prevede anche l’obbligo di verificare i dati biometrici nei passaporti dei cittadini dell’Unione europea in caso di dubbi riguardo alla loro autenticità, anche in uscita dallo spazio Schengen. Invece per garantire che siano effettuati i rimpatri dei cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare sarà creato un unico documento di viaggio per tutta l’Ue. L’esigenza di rafforzare le misure di sicurezza sulle rotte migratorie e interne all’Unione europea è aumentata dopo gli attentati del 13 novembre a Parigi, in cui sono morte 130 persone.
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