18 dicembre: A New York i rappresentanti di una quindicina di paesi, tra cui Stati Uniti, Russia e Iran, e rappresentanti dell’opposizione siriana hanno approvato una risoluzione comune sotto l’egida dell’Onu per dare inizio a un processo di pace in Siria. L’accordo prevede che i negoziati formali tra governo e opposizione siriana comincino a gennaio del 2016. La road map, inoltre, si prefigge l’obiettivo di nominare un governo di transizione entro sei mesi ed elezioni entro 18 mesi. Non è ancora chiaro quale sarà il ruolo ricoperto dall’attuale presidente Bashar al Assad, né quali gruppi dell’opposizione siriana saranno ammessi ai negoziati.
La risoluzione è stata il frutto dei colloqui di Vienna cominciati il 30 ottobre, a cui hanno partecipato anche i russi. Il 30 settembre la Russia è entrata in guerra contro lo Stato islamico in Siria in appoggio alle truppe del presidente siriano Bashar al Assad. L’entrata in guerra della Russia ha rafforzato le prospettive di un successo militare contro i jihadisti, ma ha suscitato anche molte questioni. Gli Stati Uniti hanno accusato Mosca di non coordinarsi con la coalizione guidata da Washington e di aver colpito anche le basi di altri gruppi di ribelli, oltre a quelle dello Stato islamico. Mosca ha intensificato i suoi raid in Siria dopo il disastro aereo nel Sinai, dove il 31 ottobre un aereo di linea russo è esploso e precipitato, uccidendo 224 persone. Secondo la ricostruzione dei russi, l’aereo è stato abbattuto dai jihadisti affiliati allo Stato islamico che combattono nel Sinai.
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