Fayçal Cheffou, arrestato venerdì dalla polizia belga con l’accusa di essere il terzo attentatore dell’aeroporto Zaventem di Bruxelles, è stato rilasciato per insufficienza di prove. Gli ultimi aggiornamenti sulle indagini.

  • Il suo avvocato, Olivier Martins, ha confermato che Cheffou aveva un alibi e si trovava in casa al momento dell’attentato.
  • In un primo momento si pensava che Cheffou, trent’anni, fosse l’uomo che indossa una giacca bianca e un cappello in un video girato da una telecamera a circuito chiuso dell’aeroporto, ma poi l’analisi delle impronte digitali non ha confermato l’ipotesi. Il suo arresto era stato basato sul riconoscimento da parte del tassista che aveva trasportato i tre terroristi all’aeroporto prima dell’attentato.
  • Cheffou rimane indagato per terrorismo, ma non ci sono abbastanza prove per confermare le misure cautelari a suo carico.
  • Al momento, quindi, sono due gli attentatori in fuga: il terzo uomo all’aeroporto Zaventem e il secondo uomo alla stazione della metro. Tre attentatori invece si sono fatti esplodere: si tratta di Khalid e Ibrahim el Bakraoui e di Najim Laachraoui, considerato anche l’artificiere degli attentati di Parigi.
  • In Italia, in provincia di Salerno, sabato scorso è stato fermato un algerino accusato di aver fabbricato documenti falsi per gli attentatori di Parigi e di Bruxelles. L’uomo non sta collaborando con le autorità. Intanto il Belgio ha chiesto la sua estradizione e il 1 aprile è stata fissata l’udienza per la sua estradizione.
  • Le autorità belghe hanno inviato all’Fbi delle copie dei laptop e dei telefonini sequestrati nelle operazioni antiterrorismo.
  • Le vittime delle esplosioni del 22 marzo all’aeroporto e nella metropolitana sono salite a 35, quattro feriti sono morti in ospedale a causa delle ferite riportate.

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