Dopo uno scrutinio all’ultima scheda, nel quale sono stati determinanti i voti dei residenti all’estero, il candidato indipendente sostenuto dai Verdi, Alexander Van der Bellen, è stato eletto presidente della repubblica austriaca. Ha ottenuto il 50,3 per cento dei voti, contro il 49,7 per cento del candidato dell’estrema destra Norbert Hofer. I giornali austriaci parlano di un paese diviso a metà, mentre quelli europei tirano un – mezzo – sospiro di sollievo.
“31.026 voti”
Die Presse, Austria
“Il nuovo presidente è Alexander Van der Bellen. È anche la prima volta che un Verde entra all’Hofburg”, la presidenza della repubblica. “Mi preme ricordare ai colleghi della stampa internazionale a cui piace tanto descrivere l’Austria come un covo di estremisti di destra, che è il primo paese al mondo a eleggere un presidente verde”, scrive Rainer Nowak. “Un paese in cui nessun centro di accoglienza per migranti è stato incendiato, in cui il movimento islamofobo tedesco Pegida ha fallito miseramente, dove 90mila persone hanno chiesto asilo l’anno scorso e oltre 19mila quest’anno”.
“31.026 voti hanno deciso l’elezione”
Der Standard, Austria
Per Alexandra Föderl-Schmidt, quello del 22 maggio è stato “un voto per l’apertura al mondo e il mantenimento della rotta filoeuropea. Van der Bellen l’ha chiaramente detto nel suo primo discorso da vincitore. Ma all’estero queste elezioni sono percepite in modo diverso – quasi la metà degli austriaci ha votato per un populista di destra, quindi per qualcuno che rappresenta posizioni autoritarie. L’Austria è percepita come precorritrice di un’evoluzione che si può osservare in altri paesi europei”.
“Il mezzo presidente”
Kronen Zeitung, Austria
“Alexander Van der Bellen – il nuovo capo dello stato austriaco – è un mezzo presidente. È stato eletto solo dalla metà degli elettori, l’altra metà lo ha respinto con forza”. Tuttavia, sostiene Richard Schmitt, “la rimonta di Van der Bellen è un successo notevole, grazie anche alla campagna svolta dai suoi due consiglieri – che da un lato hanno dipinto i simpatizzanti di Norbert Hofer come dei nazisti, dall’altro hanno lavorato sui social media per elevarne la statura”.
“Un presidente ‘per entrambe le metà’”
Kurier, Austria
Secondo Josef Votzl, “i titoli come ‘Un paese diviso’ e ‘L’Austria è spaccata’ sono superficiali e di corto respiro. L’Austria non si è divisa in due campi. Al contrario, gli schieramenti sono diventati ancora più mobili. Per la prima volta decine di migliaia di elettori cristianodemocratici e socialdemocratici hanno votato per un Verde o un liberalpopulista – e molti turandosi il naso”.
“ Jöööö! ”
Die Tageszeitung, Germania
“L’Europa può tirare un sospiro di sollievo”, scrive Andreas Fanizadeh, ma i partiti che si sono tradizionalmente spartiti il potere, l’Övp e l’Spö, “devono assolutamente trarre le lezioni di questa débâcle elettorale. La debolezza dei cristianodemocratici e dei socialdemocratici ha consentito il decollo dei liberali dell’Fpö. Per evitare che questo si ripeta i democratici austriaci devono riavvicinarsi alla popolazione”.
“L’estrema destra battuta per un soffio nelle elezioni al fotofinish in Austria”
The Guardian, Regno Unito
“Queste elezioni hanno dimostrato chiaramente quanto ‘ogni voto sia importante’. Il risultato finale dipendeva interamente dai 700mila voti per corrispondenza. In quanto austriaca e astensionista seriale, poiché vivo nel Regno Unito, ho sentito per la prima volta che il mio voto poteva fare la differenza”, racconta la scrittrice e giornalista Julia Ebner.
“Svolta improvvisa in Austria. Sollievo in Europa”
Gazeta Wyborcza, Polonia
“Gli austriaci erano stanchi dei partiti tradizionali”, scrive il quotidiano di Varsavia, eppure i partiti di Van der Bellen e Hofer “sono come l’acqua e il fuoco: i Verdi vogliono accogliere i migranti, compresi quelli dei paesi musulmani; l’Fpö, come gli altri partiti di estrema destra in Europa, vuole chiudere le frontiere per gli stranieri e considera i musulmani come una minaccia. I Verdi vogliono un’Ue più forte; lo slogan di Hofer era ‘Prima l’Austria’”.
“Sollievo dopo la vittoria di Van der Bellen”
De Volkskrant, Paesi Bassi
“La forza con la quale il populista Partito della libertà ha sfiorato il potere non si limita all’Austria. Ma l’attacco si è finalmente infranto contro un professore di economia tirolese. Con uno sforzo estremo Alexander Van der Bellen, 72 anni, ha ottenuto il 50,3 per cento. Il sollievo è stato grande tra i suoi sostenitori in Austria, ma anche tra gli altri politici europei che sono confrontati a forti movimenti populisti”, scrive Arie Elshout. “L’establishment politico europeo preferirebbe partire dalla vittoria a Vienna. Ma sa bene che è troppo presto per pensare che sia stata innalzata una diga contro l’ondata populista”.
A cura di VoxEurop.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it