Venti persone sono state uccise durante un attacco terroristico nella capitale del Bangladesh, Dhaka. Le vittime sono nove cittadini italiani, sette giapponesi, due bangladesi, uno statunitense e un’indiana. Tredici persone sono state liberate da un blitz delle forze speciali, dopo esser state ostaggio dei jihadisti per undici ore. L’attentato è stato rivendicato dal gruppo Stato islamico, ma il governo di Dhaka insiste sulla pista del radicalismo locale.

Cos’è successo

  • Attorno alle 20 di venerdì 1 luglio (quattro ore in meno in Italia) un commando di sette uomini armati ha preso d’assalto l’Holey Artisan bakery, una panetteria che è anche ristorante nel quartiere diplomatico della città.
  • Gli assalitori hanno fatto esplodere degli ordigni urlando Allahu akbar. È seguita una sparatoria con la polizia. Due agenti sono rimasti uccisi.
  • Il commando è riuscito a trincerarsi nel ristorante, con circa trenta ostaggi tra clienti e dipendenti. I terroristi hanno separato i cittadini bangladesi dagli stranieri e hanno portato questi ultimi al piano di sopra.
  • Alle 7.40 ora locale (le 3.40 in Italia) le forze speciali bangladesi hanno fatto irruzione nel ristorante con carri armati e armi pesanti. Per aprirsi la strada hanno ucciso sei assalitori e ne hanno ferito e arrestato uno.
I militari si preparano ad assaltare il locale dove i jihadisti erano trincerati con circa trenta ostaggi, a Dhaka, in Bangladesh, il 2 luglio 2016. (Afp)

Le vittime

  • Tredici ostaggi sono stati liberati con il blitz delle teste di cuoio, mentre venti sono stati trovati morti, alcuni uccisi a colpi di machete. L’ufficiale dell’esercito bangladese Naim Asraf Chowdhury ha detto che le vittime sono state “assalite brutalmente con armi affilate”.
  • Secondo le testimonianze raccolte dal quotidiano locale Daily star sono stati risparmiati coloro che sapevano recitare un versetto del Corano. Gli assalitori sono stati descritti dai testimoni come giovani tra i 20 e i 27 anni.
  • Dopo ore di notizie non confermate, il ministero degli esteri di Roma ha reso noto che durante l’attacco jihadista sono stati uccisi nove italiani e ha diffuso la loro identità. Tutti erano in Bangladesh perché lavoravano nell’industria tessile, un settore particolarmente sviluppato nel paese, dove molte grandi firme internazionali hanno spostato parte della produzione per via della manodopera a bassisimo costo.
  • Gli italiani presenti nel locale erano undici. Due si sono salvati. Jacopo Bioni, cuoco di 34 anni che lavorava all’Holey Artisan bakery, è riuscito a uscire dal retro della cucina e ad arrampicarsi sul tetto. Un altro italiano era disperso, ma alla fine ha telefonato ai parenti rassicurandoli.
  • Le altre vittime sono sette cittadini giappponesi, due bangladesi, uno statunitense e una ragazza indiana di 19 anni.
  • Un aereo della presidenza del consiglio italiano è arrivato a Dhaka da Roma per riportare a casa le salme. L’ha annunciato il primo ministro Matteo Renzi che ha condannato l’attentato in una conferenza stampa la mattina del 2 luglio.
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I terroristi

  • Circa quattro ore dopo l’inizio dell’assalto, i jihadisti dello Stato islamico hanno rivendicato l’attentato attraverso la loro agenzia Amaq. In seguito hanno pubblicato varie foto dall’interno del locale nelle quali si vedono corpi che giacciono in pozze di sangue.
  • Il 3 luglio, però, le autorità di Dhaka hanno smentito la rivendicazione e hanno fatto sapere che i terroristi identificati erano miliziani di Jamaeytul Mujahedeen Bangladesh (JMB), un gruppo radicale locale bandito dal paese da oltre dieci anni, e i loro parenti non sapevano nulla di loro da mesi. La polizia sta indagando sulle connessioni con l’organizzazione jihadista internazionale Stato islamico.
  • Il ministro dell’interno Asaduzzaman Khan ha confermato che gli uomini del commando erano bangladesi provenienti da famiglie agiate, con un livello di istruzione universitario.

Il contesto

  • Da più di un anno gli estremisti islamici hanno moltiplicato gli attacchi e gli omicidi di stranieri, rappresentanti delle minoranze religiose, blogger e intellettuali. Ma questo attentato segna un salto di qualità negli attacchi islamisti.
  • La premier Sheikh Hasina ha detto che si è trattato di un’azione “atroce” e che l’islam (la fede più diffusa nel paese) è una religione di pace: “Che razza di musulmani sono quelli che invece di offrire preghiere durante il Ramadan compiono atti del genere?”, si è chiesta nel suo discorso in diretta televisiva.
  • L’Holey Artisan bakery è noto per il suo giardino ed è situato nel quartiere benestante di Gulshan. Nella zona vivono e lavorano molti stranieri perché lì hanno sede organizzazioni non governative e molte rappresentanze diplomatiche, tra cui quella italiana, e ci sono centri commerciali di lusso e club.
  • Nello stesso quartiere della capitale bangladese è stato ucciso nel settembre del 2015 il cooperante italiano Cesare Tavella. Anche in quel caso, il gruppo Stato islamico si è assunto la responsabilità dell’azione.

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