Centoventicinque persone sono morte e più di 150 sono rimaste ferite nell’esplosione di un’autobomba nel quartiere Karrada di Baghdad, in Iraq. L’esplosione è avvenuta la sera del 2 luglio in una strada piena di famiglie e di giovani che facevano acquisti al termine del digiuno giornaliero prescritto durante il Ramadan, all’altezza di un ristorante e di una serie di negozi. Più tardi, un’altra bomba è esplosa in un’area a maggioranza sciita nel nord della capitale, uccidendo almeno cinque persone.

Questo bilancio complessivo di 130 morti e circa duecento feriti è fornito dal canale britannico Bbc e dal sito di Al Jazeera. L’agenzia Ap parla invece di un totale di 91 persone uccise, di cui 86 nella prima esplosione. Nella strada di Karrada hanno perso la vita 15 bambini, secondo i reporter dell’Ap che si trovano sul luogo.

Una settimana fa l’esercito iracheno ha concluso la riconquista di Falluja, che dal 2014 era sotto il controllo del gruppo Stato islamico. Proprio quest’organizzazione jihadista ha rivendicato il primo attentato con un comunicato pubblicato online e intercettato da Site, il gruppo che monitora l’attività dei jihadisti sul web. Nella nota si spiegava che un kamikaze ha fatto saltare in aria una macchina imbottita di esplosivo proprio lì perché quella è un punto della città in cui convergono molti musulmani sciiti.

La strada dell’attentato nel quartiere Karadda di Baghdad, molto frequentato dopo il tramonto per gli acquisti al termine del Ramadan, il 3 luglio 2016. (Khalid al Mousily, Reuters/Contrasto)

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