Le gare delle Olimpiadi si svolgeranno dal 6 al 21 agosto a Rio de Janeiro e saranno precedute dalla grande cerimonia di apertura che si tiene il 5 agosto nello stadio Maracanã.
Tuttavia, questa grande manifestazione sportiva, in occasione della quale il paese ospitante conta di fare il pieno di medaglie, si svolge in un contesto politico, economico e sociale particolarmente difficile.
Di recente il direttore generale di Amnesty international Brasile, Atila Pereira Roque, ha duramente criticato l’organizzazione delle Olimpiadi, che secondo lui è stata accompagnata da “una guerra contro i poveri, una guerra contro le favelas”. L’ong ha infatti denunciato i numerosi sfratti e le operazioni compiute nei quartieri più poveri, in particolare per la costruzione degli stadi.
Amnesty critica anche l’aumento delle operazioni violente della polizia, che più di una volta hanno provocato dei morti, anche se, con l’avvicinarsi dei giochi, i responsabili della città hanno moltiplicato gli annunci sulla sicurezza. In maggio le forze dell’ordine hanno ucciso 40 persone, più del doppio rispetto al 2015.
Disuguaglianze crescenti
Un duro articolo del Washington Post elenca i principali mali del Brasile, tra i quali il virus zika e la profonda crisi economica dello stato. L’anno scorso il pil è crollato del 3,8 per cento, la più forte contrazione da 25 anni (nel 2010 il tasso di crescita era stato del 7,5 per cento).
Alla fine di luglio gli atleti australiani hanno criticato le condizioni dei loro alloggi nel villaggio olimpico, in particolare i problemi di tubature e le perdite d’acqua. Simili critiche sono state espresse anche dalla delegazione inglese e neozelandese.
Molti ricercatori hanno avvertito le autorità sul livello di inquinamento delle acque di Rio, nel timore che i nuotatori possano contrarre delle malattie durante alcune prove di nuoto.
Il 5 agosto, nel corso della giornata di apertura, a Rio sono previste manifestazioni di protesta contro le riforme avviate dal presidente ad interim Michel Temer e le disuguaglianze sociali, che sono sempre più grandi.
(Traduzione di Andrea De Ritis)
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