L’estrema destra è in vantaggio nella corsa alla presidenza austriaca. Lo dicono alcuni sondaggi che prevedono una vittoria del candidato antimmigrazione, un fatto che rappresenterebbe una svolta per i populisti di tutta Europa che hanno sfruttato la crisi migratoria a loro vantaggio.
In attesa delle elezioni del 2 ottobre, Norbert Hofer del Partito della libertà (Fpö) appare leggermente in vantaggio sul suo rivale indipendente, Alexander Van der Bellen, che a maggio aveva battuto d’un soffio Hofer dopo un ballottaggio che era poi stato annullato per il mancato rispetto delle regole sugli scrutini.
Il Partito della libertà si è appellato contro i risultati dell’ultimo scrutinio, dai quali risultava una vittoria di Van der Bellen per 31mila voti. Un tribunale ha stabilito che le elezioni dovevano essere ripetute a causa di alcune negligenze nel conteggio dei voti, anche se non sono state rilevate prove di brogli.
Preoccupazioni relative alla sicurezza e all’identità nazionale, oltre all’insoddisfazione nei confronti dei partiti tradizionali e più centristi, hanno alimentato il sostegno al Fpö, oltre che al Front national in Francia e al partito d’estrema destra Alternative für Deutschland (Afd) in Germania.
Un sondaggio rivolto a seicento persone e pubblicato dal tabloid Oesterreich ha mostrato che il sostegno a Hofer è del 53 per cento, l’1 per cento in più rispetto a un sondaggio di fine luglio, contro il 47 per cento all’ex capo dei verdi Alexander Van der Bellen.
Un altro sondaggio, su un campione di 778 persone con un margine d’errore del 3,6 per cento, pubblicato dal giornale Kurier, ha rilevato che il 38 per cento sarebbe convinto della vittoria di Hofer, mentre il 34 per cento ritiene che la vittoria andrà a Van der Bellen.
Il nodo della Turchia
Nei sondaggi relativi alle elezioni parlamentari previste per il 2018, l’Fpö è regolarmente accreditato con oltre il 33 per cento dei voti, più di entrambi i partiti centristi al potere.
Hofer, il cui partito si è schierato contro l’adesione all’Unione europea nel corso di un referendum del 1994, ha dichiarato che gli austriaci dovrebbero anche organizzare un voto per decidere di uscire dall’Unione nel caso in cui entrasse la Turchia o se fossero trasferiti a Bruxelles altri poteri.
In Austria il presidente ha un ruolo perlopiù di rappresentanza, ma può anche sciogliere il governo.
(Traduzione di Federico Ferrone)
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