La stampa europea riconosce che la vittoria senza appello del no al referendum costituzionale voluto da Matteo Renzi rappresenta anzitutto una sconfitta per il presidente del consiglio dimissionario, che apre un periodo di incertezza reso ancor più preoccupante dalla prospettiva di un successo del Movimento 5 stelle alle prossime elezioni.
Il rottamatore rottamato
La Vanguardia, Spagna
“Nel maggio 2013, l’unità di analisi europea della banca di investimento JP Morgan pubblicò un documento di sedici pagine sulla situazione finanziaria e politica dell’Europa del sud nel quale consigliava di procedere a una severa riforma delle costituzioni dei paesi meridionali per garantire la stabilità futura della zona euro”, scrive il direttore Enric Juliana. Per Juliana, “anche se alcuni dei punti della riforma di Matteo Renzi andavano nella direzione suggerita dalla banca nordamericana – la creazione di un potere esecutivo molto forte e la riduzione delle competenze delle regioni – Renzi voleva essere il ‘condottiero’ capace di portare l’Italia fuori dallo stallo. È balzato nell’arena con una parola provocatoria: la ‘rottamazione’. Rottamazione del vecchio, della vecchia classe dirigente… del 1948. Ha voluto trasformare il referendum in un plebiscito personale e ha perso per la sua arroganza. I ‘condottieri’ di solito finiscono male in Italia. Il 1948 resiste”.
Confusione in Europa dopo la sconfitta del premier italiano
The Times, Regno Unito
“Gli elettori italiani hanno gettato l’Europa nella confusione dopo che il premier Matteo Renzi ha perso il suo referendum lascia o raddoppia sulla riforma costituzionale e si è dimesso”, scrive il Times. “L’onda di protesta globale antisistema ha ottenuto un nuovo scalpo con un voto che provocherà un’onda d’urto sui mercati finanziari e nelle capitali europee. Gli osservatori temono che l’uscita di Renzi dal potere possa destabilizzare i mercati finanziari, aprire una serie di raid contro le banche italiane e indebolire ancora l’euro”.
Renzi si dimette, i suoi avversari chiedono elezioni anticipate
Le Soir, Belgio
“Eventuali elezioni anticipate non potranno svolgersi prima che sia riformata la legge elettorale per la camera dei deputati, sostenuta dalla maggioranza del parlamento uscente. Il Movimento 5 stelle non vuole sentirne parlare e chiede elezioni anticipate con la legge attuale, che lo favorisce. Fin da questa settimana un governo tecnico, come l’Italia ne ha già visti diversi, dovrebbe essere nominato rapidamente. Una delle sue prime missioni consisterà nel garantire l’approvazione della finanziaria”. L’analisi del quotidiano belga Le Soir.
Quattro lezioni dall’Italia
I Kathimerini, Grecia
“La sconfitta del premier italiano annuncia conseguenze imprevedibili per il futuro dell’Europa. L’inevitabile instabilità politica ed economica e il rafforzamento del movimento populista cinquestelle di Beppe Grillo, che ha guidato la campagna per il no e annunciato un referendum sulla partecipazione dell’Italia all’eurozona, solleva ora seri dubbi sulle prospettive dell’euro”, scrive il giornale di Atene. “Tutto questo a qualche settimana dall’inizio del 2017, quando il test di coesione dell’Ue sarà al culmine, con le decisive elezioni in Francia e in Germania. Anche se non siamo ancora all’inizio della fine per la moneta unica, l’anno si conclude con il trionfo del nazionalismo e del populismo, l’obiettivo di una maggiore federalizzazione è scomparso completamente, così come gli europei si allontanano sempre più dalla visione condivisa di un futuro insieme”.
Matteo Renzi annuncia le dimissioni
Libération, Francia
“Aveva messo tutto il suo peso nella battaglia per far adottare un testo che riduceva drasticamente i poteri del senato ed è stato seccamente cassato”, afferma Eric Jozsef da Roma. Nel legare il suo destino personale all’esito del referendum “probabilmente Matteo Renzi non aveva molta scelta. Da un lato perché si era impegnato in tal senso qualche mese fa. Dall’altro perché lo smacco è particolarmente forte: sanziona allo stesso tempo la sua persona e la sua politica. Malgrado le promesse di trasformare il paese in qualche mese e malgrado l’elenco delle riforme adottate, l’Italia è ancora impantanata nella crisi economica e nella disoccupazione, in particolare nel Mezzogiorno. E non è un caso se in Campania e in Sardegna il no ha raggiunto il 70 per cento. Quel che è sicuro è che l’Italia si tuffa di nuovo in un periodo di incertezza”.
“Ho perso e lo dico a voce alta”. Renzi si dimette e conferma lo scenario peggiore per l’Europa
Diario de Notícias, Portogallo
Secondo il quotidiano portoghese “le dimissioni di Renzi e l’incertezza politica che comporta sono lo scenario peggiore per l’Europa. Oltre al contagio economico, Bruxelles teme che eventuali nuove elezioni possano significare la vittoria del populismo in Italia – non solo quello del Movimento 5 stelle dell’ex comico Beppe Grillo (che difende un referendum sull’uscita dall’euro), ma anche quello della Lega nord (antimmigrazione e antieuropea)”.
Sconfitta del premier italiano nel referendum e dimissioni
Gazeta Wyborcza, Polonia
“Il fallimento di Renzi non significa il disastro immediato per l’Italia e la forza dei politici antisistema non è l’unica ragione della sua sconfitta”, scrive Tomasz Bielecki da Bruxelles: “Ma il risultato del referendum fa sicuramente volare il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, che sostiene l’uscita di Roma dalla zona euro. Si apre ora una strada tutt’altro che liscia verso le prossime elezioni, tra qualche mese, e potrebbe davvero aumentare il rifiuto degli italiani per la ‘casta’ dei politici tradizionali. E aumentare così le possibilità di successo elettorale del Movimento 5 stelle”.
In collaborazione con VoxEurop.
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