Probabilmente era un bel po’ che aspettava questo momento. Dopo essersi candidato due volte senza successo, il 7 gennaio ad Accra, Nana Akufo-Addo, 72 anni, è entrato ufficialmente in carica come presidente del Ghana. Per l’occasione nella capitale ghaneana sono arrivate tante personalità: ex capi di stato di altri paesi africani, diplomatici, inviati dei governi stranieri, ma anche semplici cittadini.
Nel corso di una cerimonia d’investitura rispettosa della tradizione, Akufo-Addo ha reso omaggio al suo predecessore, John Dramani Mahama, a cui ha attribuito il merito di aver rafforzato la democrazia. Dopo la vittoria di Akufo-Addo alle elezioni del 7 dicembre con il 53,85 per cento dei voti, Mahama, invece di contestare il risultato, si è sforzato di promuovere un passaggio di poteri pacifico, garanzia di continuità e di stabilità in un’Africa occidentale dove spesso si assiste a transizioni difficili.
Rilanciare la crescita
Ex avvocato, figlio di uno dei “padri della nazione” (Edward Akufo-Addo fu presidente dall’agosto del 1970 al gennaio del 1972), il nuovo leader si è impegnato a ridurre le tasse e a rilanciare il settore privato, con l’obiettivo di stimolare la crescita economica e creare nuovi posti di lavoro.
In un discorso dai toni kennediani, ha chiesto ai ghaneani di “essere cittadini, non spettatori; cittadini, non sottoposti”. Ha parlato inoltre della necessità di una giustizia equa e del “ritorno dell’integrità nella vita pubblica”, insistendo sul fatto che “le casse dello stato non devono diventare il bottino di un partito, ma le risorse per lo sviluppo economico e sociale del paese”.
Quest’esortazione non dovrebbe lasciare insensibili i ghaneani. Oltre agli sforzi per fermare l’inflazione e rendere più affidabile la rete elettrica, molti reclamano una lotta più dura contro la corruzione. Ora resta da vedere se in quattro anni Nana Akufo-Addo sarà in grado di affrontare tutte queste sfide.
(Traduzione di Francesca Sibani)
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