Il 13 luglio negli Stati Uniti va in onda la prima puntata della seconda stagione di Mr. Robot, una serie tv che racconta la vita di Elliot Alderson, un giovane ingegnere informatico e hacker di New York.

Mr. Robot è stata trasmessa per la prima volta nel maggio 2015 dal canale Usa Network e ha avuto un ottimo successo di pubblico e critica, vincendo anche due Golden globe. In Italia la prima stagione è andata in onda sul canale Premium stories di Mediaset. La seconda stagione sarà trasmessa nel corso della prossima primavera, sempre su Premium.

La serie è stata creata dallo sceneggiatore statunitense di origine egiziana Sam Esmail, che ha diretto anche il secondo e l’ultimo episodio della prima stagione. L’episodio pilota è stato invece affidato al regista danese Niels Arden Oplev.

Mr. Robot è stato prodotto dalla Universal cable e dalla Anonymous content, una casa cinematografica e televisiva che ha già prodotto i film Se mi lasci ti cancello, Spotlight, The revenant e la serie tv True detective. La seconda stagione sarà composta da dieci episodi, tutti diretti da Sam Esmail.

Di cosa parla
Il protagonista di Mr. Robot è Elliot Alderson, interpretato dall’attore Rami Malek. Elliot ha una doppia vita: di giorno fa l’ingegnere alla Allsafe, un’azienda specializzata in sicurezza informatica, e di notte fa l’hacker. Soffre di fobie sociali e depressione ed è dipendente dalla morfina. Elliot interagisce con le altre persone “hackerandole”: entra nei loro account di posta elettronica, nei profili Facebook e nei conti bancari online. Sa tutto degli altri, senza parlare con nessuno.

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Un giorno il giovane ingegnere viene avvicinato da Mr. Robot, un misterioso hacker anarcoide (interpretato da Christian Slater) che guida un’organizzazione chiamata fsociety.

L’obiettivo principale della fsociety è cancellare i debiti dei consumatori di tutto il mondo, distruggendo il database della E Corp, la più grande multinazionale del pianeta e principale cliente della Allsafe, che Eliott chiama ironicamente “Evil corp”. Eliott all’inizio non si fida molto di Mr. Robot, ma poi comincia a essere affascinato dalla fsociety, perché in fondo sente di avere delle idee simili alle loro.

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L’antieroe
Tutta la serie televisiva, inizialmente pensata per essere un film, è raccontata dal punto di vista di Elliot, che fin da subito si rivolge direttamente allo spettatore con la frase “Hello, friend”, in quello che in realtà è un dialogo con se stesso.

La sua solitudine e la sua alienazione, l’ossessione per le teorie complottiste, oltre a far parte del suo carattere, diventano così anche il motore principale di tutta la narrazione. Gli altri personaggi assumono spesso tratti grotteschi, anche grazie alle inquadrature scelte dal direttore della fotografia Tod Campbell. La stessa New York viene rappresentata come una città oscura.

Mr. Robot ha un modello cinematografico abbastanza esplicito, sia dal punto stilistico che da quello narrativo: Fight club di David Fincher, ispirato all’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk. Anche in Fight club il protagonista (e narratore) è un uomo solitario e alienato che lotta contro le multinazionali.

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Parlando di Mr. Robot, la critica televisiva di Slate Willa Paskin ha scritto: “Elliot Alderson rappresenta un nuovo archetipo maschile televisivo, non è il classico antieroe, ma un eroe alienato, estraneo alla società e a se stesso. Pensate anche a Rust Cohle, il protagonista di True detective (interpretato da Matthew McConaughey), a BoJack Horseman o anche a Don Draper di Mad men: sono personaggi stravaganti e brillanti che vorrebbero disperatamente far parte del mondo ma anche non farne parte”.

Etica hacker
Una delle chiavi del successo di Mr.Robot è la sua cura per i dettagli: Sam Esmail, l’ideatore della serie, ha preteso di far assumere un ingegnere informatico che scrivesse dei veri codici da mostrare sugli schermi dei computer durante le scene. Anche il sito ufficiale dello show si presenta come la pagina di un terminale.

La critica statunitense inoltre ha lodato il modo credibile in cui viene rappresentata la comunità hacker, che in questo caso è lontana dagli stereotipi presentati finora da Hollywood. Edward Snowden, l’informatore che ha fatto scoppiare il caso Datagate, si è complimentato con gli autori della serie per come hanno descritto gli hacker.

Oltre all’aspetto tecnico, c’è anche quello politico. Come hanno fatto notare diversi utenti del social network Reddit, le maschere usate dalla fsociety e l’uso frequente di messaggi video, ricordano molto da vicino lo stile del gruppo di attivisti Anonymous.

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Sam Esmail inoltre ha dichiarato di essersi ispirato a Tpb Afk, un documentario sui fondatori del portale di file sharing Pirate bay. E ha detto di aver modellato il personaggio di Mr. Robot sul controverso predicatore religioso David Koresh.

Come ha raccontato lo stesso Esmail al sito Fast company: “Sono sempre stato un geek. Ho sempre pensato che la cultura dei programmatori informatici fosse interessante. Ma non l’ho mai vista raccontata bene in tv o nei film. Prima di scrivere Mr. Robot c’è stata una combinazione di avvenimenti: per esempio c’era stata la crisi finanziaria. E poi sono egiziano, le primavere arabe mi hanno influenzato”.

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In un’intervista a Motherboard, Esmail ha approfondito il concetto: “L’attivismo politico è necessario quando vuoi cambiare la società. Il problema degli hacker è che a volte fanno azioni illegali. Fatti storici come la guerra d’indipendenza americana non sarebbero mai successi senza la decisione di violare una legge considerata ingiusta. Edward Snowden, che si condivida o no quello che ha fatto, ha svelato sulle attività di sorveglianza del nostro governo che in caso contrario non sarebbero state rese note”.

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pLa campagna di marketing per la seconda stagione di Mr. Robot è stata l’ennesima conferma di queste parole. L’8 luglio la fsociety è uscita dalla finzione per entrare nella realtà, hackerando la pagina Facebook ufficiale della serie. In seguito la Usa Network si è autopiratata, distribuendo (e cancellando subito dopo) un pezzo della prima puntata.

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